Antenna Tre: storia di una delle eccellenze trevigiane

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CULTURA LO SAPEVI CHE STORIE

Antenna Tre, i quarant’anni della tv di Treviso

Il meteo di Antenna Tre

Traguardo importante per la prima televisione della Marca, nonché una delle più importanti emittenti televisive locali, non solo a livello regionale. Inizialmente il nome completo era Antenna Tre Veneto, perché non si confondesse con l’omonima tv lombarda. Poi anche l’appellativo regionale lasciò il posto a Nordest, non solo a sottolineare l’ambito triveneto, ma anche il prestigio acquisito. Questa è la testimonianza di uno dei tanti cronisti che si sono succeduti nel corso di questi primi quattro decenni. Ricordi di lavoro, ma anche alcune considerazioni più generali sul contesto di quegli anni.

Gli anni Settanta, prove di trasmissione

All’inizio, negli anni settanta, quando il direttore era Lino Lava (poi per anni tenace redattore della cronaca del Gazzettino di Padova) c’era solo l’edizione di Treviso, per le cronache regionali c’era un corrispondente da Venezia e le redazioni locali erano ancora da venire. Nel grattacielo di via Pisa un piccolo gruppo di giovani, fra tecnici e giornalisti, voleva dimostrare che si poteva fare un telegiornale locale migliore e più seguito di quello di Rai Tre, con meno mezzi, soldi e persone. Ed il tempo dice che ci riuscirono fin da subito, contribuendo anche a spingere la concorrenza pubblica a migliorarsi, anche con l’arrivo negli anni seguenti in Rai di diversi ex Antenna.

Antenna tre - Una sala regia

Una sala regia televisiva

Il fondatore, l’industriale metalmeccanico Renato Bernardi, come quasi tutti i suoi colleghi editori, per altro, capì che aveva in mano uno strumento di potere non da poco. Un po’ come accadeva ovunque negli anni del cosiddetto miracolo del nordest, spesso non venivano applicati contratti di lavoro, nè venivano assunti i tecnici, così le tv locali potevano permettersi un gran numero di collaboratori. Pubblicità mascherate da informazione, personaggi fatti intervistare per secondi fini (come scambi di favori politici o economici) erano all’ordine del giorno. Quando per esempio ci fu lo scandalo nazionale del vino adulterato, finito il periodo delle indagini e dei processi, una sera lo staff al completo della tv fu invitato a cena in una grossa tenuta agricola della Marca: qualcuno spiegò che  l’imprenditore vitivinicolo in questione voleva così sdebitarsi del fatto che il nome delle sua azienda non era stato fatto in tv tra quelle indagate…

Microfono A3

Un microfono con il logo delle news

Molti dei direttori e dei lettori del tg diventarono “famosi”

Uno dei più amati dai trevigiani ed anche tra i più longevi, è stato Domenico Basso (ora passato a Tva Vicenza), “el diretor” per antonomasia, anche perché guidò la redazione a due riprese, a distanza di anni. Quello che probabilmente impresse con più vigore una svolta  è stato  Valentino Giacomin, che nella metà degli anni Ottanta. Tino era un maestro, non solo di giornalismo, ma per davvero. Già insegnante elementare, quindi ci sapeva fare a gestire una “classe” di televisionari indisciplinati ed un po’ primedonne (tipico della categoria…), monaco buddista, da cui la sua apertura al sociale, ai personaggi fuori dagli schemi e soprattutto alla cronaca. Il suo talento di cronista di strada lo portò a capire per primo che bisognava portare le telecamere più in giro possibile, per raccogliere tutte le istanze delle genti della Marca, magari a discapito della solita conferenza stampa del politico locale di turno, con una particolare attenzione alla cronaca nera.

Una volta mandò Tino Giacomin una troupe ad intervistare un paio di ragazzini che avevano passato alcuni giorni nel carcere minorile e che stavano per uscire da Santa Bona perchè risultati estranei ai fatti loro addebitati. Pensando che intervistarli e mostrarne volti in tv fosse una violazione della loro privacy, il giornalista ritenne di fare qualche domanda solo ai loro legali che li stavano riportando a casa, ma le leggi sulla tutela dei diritti dei minorenni erano ben lontane a venire e il direttore mandò subito un collega con meno scrupoli morali a rimediare al “buco”.

Tra i volti del telegiornale la più nota fu senza dubbio Maria Pia Zorzi, che per anni ha condotto con grande professionalità il tg principale della sera, per approdare in seguito a Rai Tre Veneto.  Naturalmente anche in questo periodo ancora nessuna messa in regola dei dipendenti e un conseguente gran turn-over, che per qualcuno portò all’approdo ad un quotidiano, ad un ufficio stampa o altrove, ma per molti a continuare una carriera da precari in un etere che con gli anni si dimostrò pieno, oltre che di bravi giornalisti e videomaker, anche di illusi e provvisori a vita.

Logo A3

Un altro logo stilizzato usato da Antenna Tre

Era un periodo in cui in Italia c’erano quasi più emittente locali che negli Usa

Un proliferare di piccole e grandi antenne radiotelevisive, non tanto in nome della libertà di parola o d’informazione, ma per una mancata vera regolamentazione, per riempire l’etere di tanti nani locali, senza dare per anni spazio ad altri giganti nazionali del calibro di Mediaset, che ha così potuto godere per anni praticamente in una posizione di monopolio del privato nazionale. All’inizio degli anni Novanta diverse emittenti locali erano diventate sì delle importanti realtà economiche, ma erano spesso  gestite ancora come delle botteghe o al più delle piccole imprese di famiglia. Antenna Tre, ormai un colosso non solo per la quantità di pubblicità raccolta, ma anche per gli ascolti, contrariamente ad altre province, non aveva nemmeno rivali significativi in Treviso, contava ormai redazioni in tutto il Veneto e parte del Friuli ed ascolti sempre alle stelle.

Telecamera A3

Una delle telecamere utilizzate dalle tv

L’arrivo del re dei serramenti Giorgio Panto

Poi l’emittente passò gradualmente di mano all’imprenditore di San Biagio di Callalta Giorgio Panto, che ne prese il controllo per farne un altro business, ma anche -pure in questo caso come per altri editori sia locali che nazionali- per favorire le sue ambizioni politiche. Antenna Tre diventò così anche la cassa di risonanza del suo Progetto Nordest, arrivato ad avere anche dei consiglieri regionali. Nel frattempo diverse cause di lavoro portarono da un lato al riconoscimento per molti lavoratori di un contratto, ma dall’altro ad un prima e inevitabile (visti i presupposti di cui sopra) falcidia di posti di lavoro.
Arrivò quindi il momento in cui il  carattere forte di Panto si scontrò con quello del direttore Adriano Madaro (un passato da capo della redazione del Gazzettino trevigiano ed oggi stimato organizzatore di mostre) e con il suo service Editing, che curava i servizi giornalistici. La rottura fece sì che metà del personale dell’informazione rimanesse ad Antenna, sotto la direzione della veneziana Giovanna Pastega (prima donna ad assumere quest’incarico) mentre il resto tentò di ripartire da zero con la nuova emittente Tv Set, che non riuscì però nell’intento di scalfire il monopolio di Antenna Tre. Nonostante un’informazione alla pari e la produzione di programmi originali, dovette alzare bandiera bianca dopo una stagione troppo breve di concorrenza al  colosso Antenna. A Madaro rimane comunque il merito di essere stato il primo a volere che i propri giornalisti fossero inquadrati con il contratto “ufficiale” della categoria, quello della Federazione Nazionale della Stampa.

Il resto è cronaca del nuovo secolo

Con la morte improvvisa di Giorgio Panto, a causa di un incidente in elicottero, arriva una nuova svolta: il fallimento della seconda generazione imprenditoriale con il figlio Thomas, la crisi, la nuova mannaia sui posti di lavoro e la rinascita, con l’editore Filippo Jannacopulos, che ha portato a trasformare una piccola tv bassanese in Rete Veneta, prima concorrente e poi acquirente di quel che restava di Antenna Tre. Quasi un monopolio, ma che ora naviga in acque meno agitate, questa volta con la direzione del settore informazione a Luigi Bacialli, già responsabile dell’informazione di Rete Veneta, ex direttore del Gazzettino ed ex caporedattore del Giornale di Montanelli.

Antenna Tre, i quarant’anni della tv di Treviso ultima modifica: 2019-02-20T16:54:39+01:00 da Gigi Fincato

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