La fondazione Benetton, uno dei massimi centri di cultura della Marca

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ARTE CULTURA INTERVISTE

Benetton, la Fondazione e la sua città

Fondazione Benetton

La fondazione Benetton è un storico istituto culturale del capoluogo della Marca, che ha da poco compiuto i propri trent’anni di attività. Il sostegno dell’omonimo grande gruppo industriale gli ha permesso di diventare un punto di riferimento per tutta la Marca e di avere una struttura stabile, con un collaudato gruppo di lavoro interno, una cosa non particolarmente comune. In questo modo, avendo la possibilità di lavorare stabilmente nel tempo, la fondazione si è strutturata su tre grandi macrosettori. Quello che la rende più famosa è il campo degli studi e ricerche sul paesaggio, ciò vuol dire occuparsi dei luoghi della terra e del nostro modo di stare al mondo, perché troppo spesso si pensa che il paesaggio abbia a che fare solo con bei panorami e cartoline.

Un altro settore di nicchia è la storia del gioco, importante perché ha anche dei grandi riflessi sull’attualità, basti pensare alla patologia da gioco, la ludopatia. Il terzo settore è un grande contenitore inventato dalla fondazione, per metterci dentro una grande attenzione per i beni culturali e per la scuola, attività che sono state svolte anche lontano da Treviso, come il progetto “Navigare il territorio”, vicino all’aeroporto di Fiumicino, la grande attenzione per gli archivi di impresa. Insomma una grande attività che occupa molto, anche in altri settori come quello della cultura musicale.

i vertici della Fondazione Benetton

Il direttore Tamaro ed il presidente Benetton

Al direttore della Fondazione Benetton, Marco Tamaro, chiediamo conferma dell’importanza dell’aspetto culturale, alla luce dello spazio aperto di recente.

Ultimamente il presidente Luciano Benetton ci ha fatto due grandi regali, uno è la chiesa di san Teonisto, diventata il luogo clou della nostra attività legata alla musica, ed un altro è quello della galleria delle Prigioni, spazio evocativo e veramente suggestivo, intanto perchè è stato negato alla vista dei trevigiani per molti anni, nascosto dietro l’ex tribunale. Inoltre perchè si trattava di carceri asburgiche di rara bellezza, con pietra d’Istria, dove sembra di essere in un altro tempo o di essere a Venezia, con degli spazi reclusi, e l’idea geniale dell’architetto Tobia Scarpa è stata di ricostruirla, lasciando assolutamente chiaro cosa fosse. Lì c’è tutta l’attività legata ad Imago Mundi, che è il grande progetto voluto dal presidente Benetton.

Qui però si parla anche di sperimentazione artistica, non solo di arte intesa nel senso classico della parola, è corretto?

Esattamente, perchè il bello è proprio questa raccolta, che ormai spazia in tutto il mondo, di opere di piccolo formato, che vengono esposte nella galleria delle Prigioni, oltre che essere esposte in giro per il mondo, e di volta in volta sono abbinate a delle installazioni artistiche, che servono per far riattualizzare il contenuto delle opere raccolte e concentrarsi su un tema. Basti vedere come è stata quella recente sul Giappone, dove si parlava di Hiroshima e Nagasaki, mentre l’ultima, ha un titolo abbastanza buffo, Poetic boom boom, ed è tutta incentrata sui poeti visivi e quindi sulla capacità di mettere insieme parola, immagine e parola narrata da parte di artisti poco catalogabili in una delle grandi categorie; è quindi una mostra assolutamente vedibile e che ha molte suggestioni.

Il logo della Fondazione Benetton

Lo storico logo della fondazione Benetton

Qual è il suo impegno in un’istituzione così importante del gruppo Benetton, al centro dell’economia nazionale, ma a volte anche di polemiche?

La fondazione è nata e continua a lavorare a prescindere dal fatto che debba dare un’immagine a qualcuno. Questo è un dato importante, perchè Luciano Benetton ed i suoi fratelli non hanno mai voluto che questa fondazione fosse “al servizio di”, però è un’espressione di responsabilità sociale d’impresa, di un’impresa -la nostra- veramente molto coinvolgente. Dirigere questa struttura è una cosa che assorbe al cento per cento, perchè solo con un’immersione totale e quotidiana è possibile riuscire a tenere insieme le anime della fondazione e tenerla continuamente aggiornata, evitando di sedersi sugli allori. Abbiamo un premio internazionale che ha compiuto trent’anni e sarebbe facile cominciare a farlo “a macchinetta”, come si suol dire, invece il nostro sforzo è quello di continuare ad essere non solo al passo coi tempi, ma anche ad essere sempre un po’ in anticipo.

In conclusione è possibile avere qualche anticipazione su qualcosa che state preparando?

Quest’anno il nostro premio Scarpa compie trent’anni, non posso ancora dire dove è stato assegnato, ma ci saranno delle belle sorprese e poi basti pensare che dedicheremo delle giornate di studio ad un tema di grande attualità e continueremo con il nostro grande progetto dedicato alla musica antica. Ce n’è quindi per tutti ed invito trevigiani e non a cercare di avvicinarsi al lavoro della fondazione Benetton, che è molto meno esclusivo di quanto sembri.

Cliccando qui sotto è possibile ascoltare l’audio integrale dell’intervista a Marco Tamaro.

 

Benetton, la Fondazione e la sua città ultima modifica: 2019-02-13T22:17:42+01:00 da Gigi Fincato

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