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Alice Norma Lombardi, come suonare e cantare il Femminile

Alice Lombardi

Mancava dalla Marca da qualche anno e vi ha fatto ritorno di recente proprio con il dj set con cui si è messa in viaggio per l’Europa. Alice Norma Lombardi, 29enne artista nata a Conegliano, è laureata in canto lirico all’istituto superiore musicale Vecchi Tonelli di Modena, dove ha anche studiato composizione. Ha realizzato diversi corti, video musicali e documentari. Attualmente sta portando in giro Donne elettroniche, che ha fatto tappa allo spazio Mavv di Vittorio Veneto.

Alice Norma Lombardi, perchè un dj live set sperimentale al femminile e quali sono le influenze musicali della tua ricerca?

Tempo fa, leggendo alcuni libri sulla storia della musica elettronica, mi sono chiesta come fosse possibile che le musiciste donne nominate fossero solo un paio, di solito sempre le stesse. Ho deciso di approfondire e in effetti ho scoperto che sono state ben più di due, ma spesso erano e sono tuttora considerate ‘minori’ rispetto ai colleghi uomini, quindi poco interessanti. È importante chiedersi perché questo sia successo e perché in parte continui a succedere, senza darsi risposte scontate. Credo sia necessaria una contro-narrazione che possa bilanciare questi squilibri

La locandina della serata al Mavv di Vittorio Veneto

Ovviamente mi auguro che in futuro non ci sarà più bisogno di progetti come Donne Elettroniche, ma i tempi non sono ancora maturi. Per quanto riguarda le influenze musicali, le stesse artiste incluse nel set, come Daphne Oram o Maryanne Amacher, sono una grande ispirazione. Per la costruzione del set mi ispiro a tecniche di sound collage, mantenendo alcuni brani in purezza, ma creando a mia volta nuovo materiale partendo da queste musiche.

Cosa rappresenta per te il femminismo nella tua espressione artistica?

Il femminismo per me è un modo di essere che riguarda tutti gli ambiti della vita, dal lavoro alle relazioni. È inevitabile quindi che anche l’espressione artistica diventi un momento di affermazione femminista, al di là della natura specifica del progetto in sé. In questo senso credo che ogni azione creativa da parte di una donna possa definirsi femminista, che si voglia o no.

Come cantante hai sperimentato diverse forme di vocalità, ce le vuoi raccontare?

Mi sono diplomata in canto lirico in conservatorio e ho fatto esperienza come cantante in ensemble di musica rinascimentale e barocca per alcuni anni. Poi ho interrotto completamente, pur continuando a studiare. Trovavo l’ambiente della musica ‘colta’ estremamente giudicante e repressivo, almeno quello che ho frequentato io.
I miei studi mi hanno comunque fornito una tecnica solida, che mi permette ora di esplorare con consapevolezza lo strumento vocale. Vocalmente – e aggiungerei spiritualmente – mi sento comunque molto più a mio agio in contesti in cui ci si possa aprire alla ricerca e alla sperimentazione, dove l’errore a volte può davvero diventare una ricchezza.

Per quanto riguarda la composizione ed i video, che uso fai dell’elettronica e della tecnologia?

Più che compositrice per il momento mi definirei assemblatrice. Quello che mi affascina dell’elettronica è proprio la possibilità di creare musica direttamente con i suoni o un insieme di suoni, senza altre mediazioni, attraverso una giustapposizione di diversi elementi.  Esattamente come per il montaggio video e la poesia, che è una sorta di montaggio di parole e frasi. Lavoro praticamente con pochi mezzi, quindi non sono ipertecnologica, anche se in futuro vorrei certamente esplorare un’attrezzatura più complessa.
Ma in questa fase per me è indifferente usare un software o un hardware piuttosto che un altro, per il djing specialmente, ma anche per il videomaking, penso ci sia una specie di corsa per l’attrezzatura più bella e costosa che va resistita. Ritengo comunque che avere pochi mezzi in generale sia un ottimo stimolo per la creatività e non un freno.

Quali sono i tuoi ultimi lavori e che cosa stai progettando?

Un’immagine del progetto CROCUS

A parte Donne Elettroniche e Cordatesa, sto girando con un progetto sulla musica popolare italiana, CROCUS, e con i miei laboratori sull’uso della voce, visto che la didattica ha un ruolo molto importante nel mio percorso. Ci sono invece diversi progetti ancora in fase di produzione sia per quanto riguarda la musica sia i video, in collaborazione con altre artiste e artisti, anche venete/i.

Che emozioni ti ha suscitato il tuo ritorno in Veneto e che rapporto hai con la tua terra?

Ho riflettuto molto sul concetto di itineranza in questi ultimi anni, visto il mio passato e il mio presente piuttosto nomadi. Il ritorno per me è sempre rinnovamento, proprio perché credo sia importante non lasciare un luogo congelato nei ricordi, gioiosi o dolorosi che siano, ma trasformarlo e renderlo vivo ogni volta in modo diverso. Tornare è quindi sempre una forte emozione. Per lo stesso motivo il mio concetto di terra e radici è piuttosto espanso e include tutti i luoghi che fanno e faranno parte della mia vita.

Alice Norma Lombardi, come suonare e cantare il Femminile ultima modifica: 2020-02-18T08:28:22+01:00 da Gigi Fincato

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