I percorsi dei Palù: un’oasi del Quartier del Piave – itTreviso

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ITINERARI NATURA

I percorsi dei Palù: un’oasi del Quartier del Piave

Palù Qdp

A chi abita in città o nella zona sud di Treviso saranno probabilmente poco noti i Palù, territorio verde protetto che si estende per circa mille ettari tra quattro comuni del Quartier del Piave: Farra di Soligo, Moriago della Battaglia, Sernaglia della Battaglia e Vidor. Si tratta nello specifico di una zona classificata come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e fanno parte della Rete Natura 2000, un’insieme di zone protette istituite dalla Comunità Europea.

Cosa sono i Palù

Palù è un antico toponimo che probabilmente rimanda alla presenza di una zona paludosa. In effetti il territorio è costituito da un reticolato di siepi e fossati che delimitano prati e campi, detti “campi chiusi”. In questo modo i Palù si configurano come un naturale invaso di raccolta delle acque di scorrimento superficiali e di quelle sotterranee riaffioranti (sorgenti). Questo paesaggio, quasi unico nel suo genere, trae origine dall’opera di bonifica realizzata dai monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Bona di Vidor nell’XI secolo. Il sistema era piuttosto complesso ma funzionava alla perfezione e le colture erano protette dalle siepi, che garantivano una sorta di microclima nei campi chiusi grazie alla loro funzione frangivento e igroregolatrice. Attualmente solo un quarto del territorio del SIC ha mantenuto in modo significativo la caratteristica struttura paesaggistica dei campi chiusi con prati stabili e appezzamenti coltivati.

Corolle aperte e battiti d’ali

La vegetazione tipica di questa area è quella delle zone umide. Particolarmente consigliata la visita durante il mese di maggio, con i fiori che sbocciano e riempiono di colore la zona. In particolare di viola-azzurro grazie ai Giaggioli, l’Iris sibirica, pianta piuttosto rara nell’alta Pianura Padana. La Genziana palustre (Gentiana pneumonanthe) è un’altra specie piuttosto rara tipica degli ambienti umidi e torbosi. Ora purtroppo questa specie è quasi ovunque scomparsa a causa della bonifica del suo habitat. Si possono trovare anche orchidee selvatiche ma soprattutto arbusti e alberi quali l’ontano nero (Alnus glutinosa), detto non a caso re della palude, che può raggiungere i 20-25 metri di altezza. Poi ancora Salice bianco (Salix Alba) e la Farnia (Quercus robur), albero dal portamento maestosi con rami sinuosi.

Palu Iris
L’Iris sibirica in fiore nel mese di maggio all’interno dei Palù (Foto: paluqdp.it)

Per quanto riguarda la fauna si possono trovare diverse specie ittiche e numerosi invertebrati, tra cui delle bellissime libellule blu. Notevole la presenza di mammiferi tra cui volpi, talpe, ricci, ghiri, moscardini, donnole, lepri e alcuni caprioli. Infine uccelli come l’usignolo, il merlo, la capinera (in estate), upupa, rigogolo, averna, picchio muratore. E poi ancora codibugnolo, martin pescatore, fagiano ma anche il falco di palude, il falco pescatore e la gru.

Quattro itinerari da esplorare tra i Palù

Per conoscere più da vicino questo peculiare territorio sono organizzate diverse visite guidate, che potete monitorare attraverso questo sito. Se invece volete esplorare il territorio in autonomia, ci sono almeno quattro percorsi proposti. Con una mappa della zona dettagliata però potrete intersecarne più di uno. Il più lungo è il N7, della durata di 2/3 ore a piedi (ma lo si può fare anche in bici), comprese le soste nei punti di osservazione. Gli altri tre sono più brevi (circa un’ora e mezza) e sono i numeri 7/A, 8 e 9. Il 7/A tocca bei territori all’interno del comune di Farra di Soligo, con partenza e ritorno alla chiesa di Mosnigo (comune di Moriago della Battaglia, sotto l’antica Torre “Da Camino”.

Palù Qdp Fauna
La fauna dei Palù. (Foto: LyLuigi su tripadvisor)

Deviando leggermente dal percorso 7 e 7/B (piccola deviazione anch’essa del numero 7) si possono raggiungere le Buse de la Moma. Si tratta di due stagni immersi nella vegetazione originati da antiche cave. Il numero 8 invece sfiora il Castelik di Sernaglia della Battaglia, il Castelliere: ne rimangono soltanto le fondamenta. L’ultimo percorso invece, il 9, è più “acquatico”. Anch’esso ad anello, comincia e finisce alla chiesa di Moriago e passa per il Mulino Zanoni (un valido esempio di ingegneria idraulica con la sua ruota a cassette), con tanto di guado sul torrente Rosper.

I percorsi dei Palù: un’oasi del Quartier del Piave ultima modifica: 2021-07-02T08:32:32+02:00 da Giorgia Favero

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