Sarà visibile fino al 13 ottobre di quest’anno la mostra che la Collezione Salce ha dedicato a Leopoldo Metlicovitz, “L’arte del desiderio“. Il prezioso gioiello museale di Treviso ci proietta nelle atmosfere sognanti della cartellonistica di inizio XX secolo, proposte dal grande artista triestino.
Uno sguardo su Leopoldo Metlicovitz
Artista triestino nato nel 1868, Metlicovitz è uno dei più importanti cartellonisti della storia dell’arte italiana. Comincia a lavorare da giovane come aiuto litografo a Udine, prima di approdare alle Officine Grafiche Ricordi di Milano. Qui si occupa prima di restituire sulla litografia le opere altrui, poi di eseguire lui stesso i disegni per la trasposizione litografica, facendo subito notare il proprio talento. Passando in rassegna la sua produzione artistica è possibile leggervi il corso della storia dell’arte del medesimo periodo. Dall’iniziale e inconfondibile stile Art Nouveau si approda pian piano a una semplificazione sempre più evidente e l’utilizzo di uno stile bidimensionale. Muore infine nel 1944 a Ponte Lambro.
La seduzione in mostra
La retrospettiva è stata inaugurata lo scorso 16 maggio, dopo una lunga esposizione nella sua Trieste, al Museo Revoltella. Il punto di vista scelto per la costruzione della mostra è quello del rapporto tra l’artista e la Ricordi, dalla quale il nostro collezionista Nando Salce acquistava alcune delle opere. Ampio spazio è dedicato alla messa in scena della borghesia dell’epoca, incarnata ad esempio nella serie dei manifesti dei Magazzini Mele e della Rinascente. Dame e signori in abito elegante si muovono dapprima in spazi signorili e poi anche nello spazio vuoto e astratto degli “avvisi figurati”, termine con cui si intendevano all’epoca i manifesti pubblicitari. Figure leggiadre e seducenti quelle femminili, risolute e distinte quelle maschili, appartengono a un mondo lontano e ben simboleggiano tutto quello che la rampante borghesia voleva esprimere.
I nuovi temi di Metlicovitz
Accanto all’eleganza e ai divertissement dell’ “Italia bene” di inizio secolo, altri sono i temi cui Metlicovitz si avvicina tra gli anni Dieci e i Trenta. Innanzitutto comincia a porre al centro anche i prodotti moderni derivanti dallo sviluppo tecnico-industriale. Lampadine, saponi chimici, nuovi prodotti alimentari trovano il proprio posto nella cartellonistica e vengono promossi come grandi conquiste dell’epoca moderna. Oggi può far sorridere osservare come oggetti per noi banali siano messi in luce, ma in realtà questo ci aiuta a comprendere meglio lo sviluppo industriale e quindi la nostra epoca attuale. Più inaspettata è invece la sua produzione legata al paesaggio, che caratterizza invece gli anni Venti e Trenta. Questa sua fase sembra manifestare una progressiva interiorizzazione dell’artista, soprattutto nelle scene agresti e lavorative in cui emerge un senso di umiltà e protezione tipico della campagna. A questi si affiancano però anche i manifesti creati per promuovere località turistiche come il lago di Como e Zara, in Croazia.
La Collezione Salce
Il Museo Nazionale Collezione Salce è stato inaugurato da meno di tre anni grazie all’intervento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. La collezione di Ferdinando (Nando) Salce, vissuto a Treviso tra il 1878 e il 1962, è un vero e proprio vanto per la città. Questo perché costituisce una delle più grandi collezioni di cartellonistica d’Europa. La raccolta vanta oltre 25mila cartelloni e manifesti pubblicitari: questi riguardano solamente quanto raccolto da Salce, ma la collezione è in ulteriore ampliamento. Il piccolo museo dedicato in pieno centro storico non è in grado di mettere in mostra una tale collezione, che la curatela ha scelto di esporre solo tramite mostre temporanee. Il consiglio e di non farvene sfuggire nemmeno una. Si tratta di un’eredità preziosa della nostra città, nonché un modo molto originale per ripercorrere la nostra storia novecentesca e anche il corso della storia dell’arte.