Lo scorso ottobre ha inaugurato a Villa Ancillotto a Crocetta del Montello la seconda puntata della mostra “La rivoluzione silenziosa dell’arte in Veneto”, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale per raccontare ai cittadini del trevigiano il meglio della pittura veneta. In questa seconda mostra il focus è sugli artisti dagli anni Quaranta ai Settanta.
Secondo appuntamento
Anche quest’anno si rinnova la collaborazione della prima puntata del 2020. La mostra infatti è organizzata da ArtDolomites ed è a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto. L’esposizione vede anche la collaborazione di Stefano Cecchetto e il contributo di Cesare Orler. La mostra dell’anno scorso, se non l’avete vista, potete scoprirla dal nostro racconto a questo link. Nel 2021 si prosegue lungo la linea cronologica dell’arte e dopo aver esplorato maestri come Gino Rossi, Pio Semeghini, Filippo de Pisis, Virgilio Guidi, Umberto Moggioli, Nino Springolo, Guglielmo Ciardi e Luigi Nono, si approda agli anni Quaranta. Lo scopo è quello di raccontare il significativo contributo che ha dato la nostra regione allo sviluppo dell’arte italiana del Novecento.
L’arte raccontata a Crocetta
Si comincia dunque dalla fine degli anni Quaranta, quelli del Dopoguerra, che vedono un’autentica rinascita dell’arte in tutta Italia e quindi anche da noi. A Venezia, per esempio, riparte con entusiasmo la Biennale. Non è un caso se alcuni dei movimenti più importanti dell’epoca – e tra i tanti il Fronte Nuovo delle Arti – siano radicati in laguna, con artisti anche veneti come Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso e lo scultore Alberto Viani. Su Venezia tuttavia gravitano anche altri artisti isolati, come l’istriano Zoran Music, il friulano Armando Pizzinato e l’emiliano Bruno Saetti – tutti poi naturalizzati veneziani.
Non mancano nelle sale di villa Ancillotto alcuni interpreti dello Spazialismo, ovvero uno dei momenti più alti della pittura italiana del secondo Novecento. Tra loro Mario Deluigi, Ennio Finzi, Bruna Gasparini, Virgilio Guidi, Riccardo Licata, Gino Morandis, Tancredi, Vinicio Vianello. Non solo: il Veneto è anche il luogo fondamentale per la nascita di un’altra avanguardia, quella dell’Arte Cinetica e Programmata, con il padovano gruppo N (Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi) che ne è uno dei centri propulsori.
Un tuffo nel colore
La mostra ci presenta un’arte fuori dagli schemi. La lezione corrosiva (in senso buono) del cubismo pervade l’Europa e rompe totalmente gli schemi dell’arte dando vita a espressioni nuove. Espressioni raccolte anche dagli artisti veneti o che gravitano attorno a Venezia. Essi rifuggono il monumentalismo e il realismo dell’arte imperante durante il Fascismo e aderiscono a idee nuove. Vedova con i suoi gesti e le sue pulsioni tradotte sulle tela, Santomaso con il suo lirismo raffinato e sensibile nella resa della luce e del colore, Pizzinato con la sua restituzione formale delle tensioni sociali, il continuo appiglio alla realtà. Poi lo studio magico e sospeso della luce nelle tele dell’unica artista donna esposta in mostra, Bruna Gasparini. E ancora gli opposti pieno-vuoto e chiaro-scuro di Mario Deluigi e la sua attività erosiva dei grattages. Ma anche Tancredi con la sua massa vorticante di punti e linee. E molto altro ancora. Il visitatore può immergersi completamente in spazi nuovi, tutti racchiusi nella tela, e rincorrere quel lavoro cerebrale ed emotivo febbrile che ha illuminato d’arte questi splendidi artisti.
Grazie dell’info!
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