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Serge Latouche a Treviso: la rivoluzione ambientale è culturale

Latouche Intervista Treviso

Mercoledì 29 maggio l’economista e filosofo Serge Latouche è tornato nel capoluogo della Marca per un incontro con il pubblico. Ad ospitarlo l’associazione culturale coneglianese La chiave di Sophia, l’azienda F/Art di Preganziol e l’associazione trevigiana TRA – Treviso Ricerca Arte. Quest’ultima ha inserito l’incontro come evento conclusivo della mostra RE.USE – scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea, si è svolta a Treviso dal 27 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019.

Latouche in visita nella Marca

Il suo soggiorno trevigiano ha avuto inizio il martedì con una breve passeggiata nel centro storico di Treviso (che ormai il filosofo conosce molto bene e a cui è affezionato) insieme a TRA – Treviso Ricerca Arte e, al pomeriggio, una visita alla F/Art. F/Art è un’azienda di Preganziol leader mondiale nella produzione di trasformatori per neon e alimentatori per LED, da sempre votata ai temi dell’ecologia e anche sostenitrice di progetti artistici che utilizzano il neon. Il mercoledì mattina invece Latouche l’ha trascorso a Conegliano ospite de La chiave di Sophia, visitando la mostra dedicata ai Ciardi a Palazzo Sarcinelli e il Museo Civico sito in Castello.

Latouche Intervista Conegliano

Latouche osserva la vista dalla torre del castello di Conegliano

Dopo un pomeriggio di riposo, alle 20.30 ha avuto inizio l’incontro aperto al pubblico e allestito nello splendido e recentemente rinnovato auditorium dei Musei di Santa Caterina, in pieno centro storico. Con lui hanno dialogato il critico d’arte Carlo Sala, che è stato parte attiva della mostra RE.USE, e la dott.ssa Marisa Graziati, CEO di F/Art, moderati dal professor Massimo Bordin de La chiave di Sophia.

Professor Latouche, più che di “decrescita”, lei preferisce parlare di “frugalità”. In che modo la intende?

Noi siamo in un’era di consumismo e di abbondanza, un’era della crescita dove ormai non si cresce più per soddisfare i nostri bisogni, ma si cresce per crescere. Questo sistema tuttavia non è sostenibile né dal punto di vista economico, né ambientale. Quando si parla di decrescita, o di decrescita felice come la definisce Maurizio Pallante, si incontrano inevitabilmente le resistenze di un intero sistema che non accetta questo rallentamento perché lo vede come un limite, come una resa.

Latouche Intervista Conferenza

Da sinistra verso destra: Carlo Sala, Massimo Bordin, Serge Latouche, Marisa Graziati

Io ho scelto la parola frugalità (da cui il titolo del mio libro Per un’abbondanza frugale) perché mi sembrava la migliore traduzione di quella austerità di cui parlava anche Enrico Berlinguer nel 1977. Si tratta di una limitazione fatta a seguito di una riflessione su queste criticità e quindi fatta con animo sereno. Delle rinunce felici. Accorgersi che si può stare bene anche con poco (o con meno), soprattutto se questo ha delle ripercussioni positive sul sistema e sull’ambiente.

Cosa ne pensa dei recenti movimenti ambientalisti nati tra i giovani in tutto il mondo?

Io ormai ho una certa età per cui purtroppo comincio a sentire una certa distanza con il mondo, però noto con piacere l’esistenza di questi movimenti tra i giovani. Apprezzo molto quello che ha fatto Greta Thunberg, ci sono tanti ragazzi, ma soprattutto ragazzine anche molto giovani, che stanno prendendo il proprio spazio e protestando per un motivo più che giusto. Abbiamo rubato loro il futuro. Ho recentemente pubblicato un libro che si chiama I nostri figli ci accuseranno? Il titolo deriva in realtà da un film Jean-Paul Jaud del 2008 a cui io ho aggiunto il punto di domanda – guardatelo, il film, è molto bello. Ho scritto il testo per questo libro circa dieci anni fa e mi accorgo oggi che finalmente sta succedendo, i nostri figli ci stanno accusando.

Un’ultima domanda a Serge Latouche, come possiamo fare la rivoluzione ambientale, che è la più grande rivoluzione della nostra epoca?

Io in particolare da francese ho in mente una rivoluzione di un certo tipo, grande, eroica, apparentemente totale. In questo caso si tratta di una rivoluzione diversa che si fa in piccolo, adottando pratiche sociali alternative al consumo compulsivo di massa. L’utilizzo fino alla fine dei beni di consumo, e quindi combattere l’obsolescenza programmata dei prodotti, è un modo. Questa rivoluzione è in realtà una svolta che deve avvenire nelle teste delle persone e quindi si tratta di un cambiamento più che altro culturale.

Serge Latouche a Treviso: la rivoluzione ambientale è culturale ultima modifica: 2019-06-03T17:13:13+02:00 da Giorgia Favero

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