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Vedova/Shimamoto: l’arte informale invade Asolo

Informale Asolo

Mai pago dell’ordinaria attenzione e dell’interesse che quotidianamente lo riguardano, il borgo di Asolo non smette di rinnovarsi e stupire. La mostra Vedova/Shimamoto. Informale da Occidente a Oriente ha inaugurato lo scorso 30 agosto ed è visitabile fino al 15 novembre.

Informale Inaugurazione
Da sinistra:Matteo Vanzan, Enrica Feltracco, Cristina Mondin, Gerardo Pessetto. Foto G.Favero

L’informale ad Asolo

Scopo della mostra e dei curatori Matteo Vanzan ed Enrica Feltracco (MV Eventi) è raccontare la risposta artistica agli orrori della seconda guerra mondiale. In particolare il pensiero è rivolto all’olocausto e alla bomba atomica. Gli artisti infatti hanno voluto abbandonare la rappresentazione formale, per loro legata ai sistemi politici e sociali che avevano portato alla guerra. Il gesto, il segno e la materia diventano la nuova essenza dell’opera d’arte alla metà degli anni Cinquanta.

Informale Shimamoto
Un angolo della sala dedicata a Shimamoto, capostipite del gruppo Gutai. (foto G. Favero)

Molte sono le opere esposte nelle sale del museo civico e tanti gli artisti coinvolti: Emilio Vedova, Shozo Shimamoto, Alberto Burri, Lucio Fontana, Afro, Georges Mathieu, Giuseppe Santomaso, Paul Jenkins, Jiro Yoshihara, tra gli altri. A colpire infatti è anche il carattere internazionale della mostra. Per la prima volta lo stesso sentore artistico attraversa letteralmente il pianeta, unendo America, Europa e Oriente in un unico sentire. In un certo senso, in queste settimane Asolo racchiude un intero mondo e sono moltissime le persone che sono venute a conoscerlo nei primi weekend di apertura.

Vedova/Shimamoto

Al veneziano Emilio Vedova e al giapponese Shozo Shimamoto sono dedicate un’intera sala ciascuno. Proprio da loro infatti si fanno partire due “filoni” riscontrabili all’interno dell’informale. Quello più tradizionale, seppur avanguardistico, dell’Occidente, con la sua libertà ben ragionata, e quello esplosivo e senza freni dell’Oriente, in particolare del Giappone. In questo secondo caso infatti, con gli artisti del gruppo Gutai tra cui Shimamoto e Yoshihara, l’arte si libera di ogni legame. Niente più cavalletto, niente più pennello. Il visitatore è così portato di sala in sala all’interno del vorticoso sentire di Vedova, la sua rabbia creativa nei confronti del mondo, per poi sfociare nel colore acceso di Shimamoto, tra lo scintillio dei frammenti di bottiglia rimasti incollati alla tela su cui sono state lanciate decenni fa.

Informale E Canova
Quadri esposti che dialogano con l’arte antica, un marmo di Canova. (foto G. Favero)

In sala della Ragione, perla finale della mostra, le suggestioni si moltiplicano. Le forme “musicali” di Santomaso, la “ferita” sulla tela di Fontana, la materia palpabile e pulsante di Burri, il segno minimale e prezioso di Jenkins, i “ricami” di pittura della Accardi: sono tutti piccoli universi da scoprire.

Asolo e l’arte contemporanea

La mostra Vedova/Shimamoto. Informale da Occidente a Oriente si colloca lungo la scia di una serie di altre importanti proposte. Dal 2017 infatti il museo offre al suo pubblico mostre di arte contemporanea, da Warhol alla Pop Art italiana, fino al mito artistico e soprattutto musicale di Woodstock. “Ci piace che il museo civico, oltre ad essere luogo della memoria storica della città di Asolo, con le sale dedicate al periodo romano di Asolo, a Caterina Cornaro, a Eleonora Duse e a Freya Stark, visitabili peraltro assieme alla mostra, sia luogo di fermento e di proposta culturale al di là della propria importante funzione” spiega Gerardo Pessetto, assessore alla cultura del borgo. Un impegno senz’altro encomiabile per la cittadina trevigiana che (per fortuna) non si accontenta di stupire soltanto con la sua storia.

Vedova/Shimamoto: l’arte informale invade Asolo ultima modifica: 2020-09-09T08:43:19+02:00 da Giorgia Favero

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