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MEMORIA

In ricordo di Cristina Pavesi, vittima della Mala del Brenta

Cristina Pavesi

Lo scorso 20 marzo si è celebrata una cerimonia in occasione della giornata in ricordo delle vittime delle mafie in cui Treviso ha voluto riservare un pensiero a Cristina Pavesi.

Cristina Pavesi Treno
L’immagine pubblicata sul giornale il giorno dopo l’assalto al treno postale (Foto: ilbolive)

La storia di Cristina Pavesi

Cristina Pavesi era una ragazza coneglianese di 22 anni che si trovava al momento sbagliato nel posto sbagliato. Piccola, solare, bionda e riccia, molto carismatica. Ritornava a casa seduta sul treno Bologna-Venezia, felice per com’era andato l’incontro con il suo nuovo relatore di tesi del suo ateneo, l’Università di Padova. Ce la immaginiamo guardare fuori dal finestrino la campagna veneta sfrecciare via. All’improvviso una grande esplosione ha squarciato la quiete dell’hinterland patavino e ha distrutto la vita di Cristina. Era il 13 dicembre 1990 e il regionale ha fermato bruscamente la sua corsa a Barbariga di Vigonza. Altre 13 persone rimangono ferite ma Cristina muore sul colpo. Il suo vagone è stato sventrato da una carica di esplosivo piazzata da Felice Maniero, capo della mala del Brenta, per ottenere il bottino del treno postale fermo sui binari accanto.

La mala del Brenta

Oggi il veneto medio fatica ad accettare la presenza mafiosa sul serenissimo territorio, eppure è un problema sotto gli occhi di tutti già dagli anni Settanta. La mala del Brenta è stata la prima e per ora unica organizzazione mafiosa nata nel Nord Italia. Nata negli anni Settanta a Campolongo Maggiore, piccolo comune della riviera veneziana del Brenta, ha riunito sempre più bande criminali di tutto il Veneto e del Friuli, fino a diventare negli anni Ottanta una vera e propria organizzazione mafiosa con centinaia di affiliati, contatti con le cosche del Sud Italia e con all’attivo una serie impressionante di atti criminali di vario genere. Tutto questo faceva perno sul suo boss, Felice Maniero, personaggio eccentrico e ipocondriaco dall’aspetto particolarmente giovanile: da qui il soprannome Faccia d’angelo.

Il Boss Felice Maniero.
Felice Maniero, boss mafioso capo della Mala del Brenta (Foto: Publifoto/LaPresse)

Nessuna giustizia per Cristina Pavesi

Catturato nel 1994 a Torino, Maniero si propose subito come collaboratore di giustizia. Le sue confessioni portarono all’arresto di quasi 400 persone e a un maxi processo a capo di 54 imputati. Tra i capi d’accusa: associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico internazionale di droga e una ventina di omicidi. Tra questi omicidi però non configura quello di Cristina Pavesi perché a Felice Maniero non fu riconosciuta l’intenzionalità. Questo è anche quello che si può ascoltare dalla stessa bocca dell’ex boss nell’intervista rilasciata a Roberto Saviano nel 2018. Il padre di Cristina morì l’anno dopo la dipartita della figlia: troppo grande il suo dolore per sopportarlo. È dunque la zia della ragazza, Michela Pavesi, a portare avanti con tenacia la battaglia, sia di giustizia per Cristina, sia di sensibilizzazione nei confronti di un tema tutt’altro che secondario in Italia.

La cerimonia a Treviso

In una lunga diretta online dello scorso 20 marzo il Comune di Treviso, in collaborazione con i Comuni di Montebelluna, Mogliano, Casier, Carbonera, Zero Branco, Preganziol e Monastier ha dedicato a Cristina Pavesi la giornata internazionale dell’impegno e del ricordo delle vittime di mafia (21 marzo). “Sarebbe riduttivo dire che Cristina è una ragazza che ha avuto un destino tragico” dice durante il suo intervento la zia, Michela Pavesi, che da trent’anni si è incaricata di portare la voce e il ricordo della nipote “Cristina è seme di speranza“.

Cristina Pavesi Targa
Il sindaco di Treviso Conte e Michela Pavesi davanti alla targa dedicata a Cristina Pavesi (Foto: pagina Facebook del sindaco)

E infatti, con questa bella cerimonia si è intitolata una sala di lettura della biblioteca Zanzotto di Treviso proprio alla giovane coneglianese. Un luogo dove tanti giovani si riuniscono per studiare, apprendere, approfondire: la loro conoscenza e consapevolezza è un germoglio nato da quel seme. La loro curiosità e conoscenza della storia è una speranza di vittoria contro le mafie. I liceali di tutta la provincia, in collegamento dalle proprie case, hanno pronunciato i nomi delle tante vittime che questa giornata, istituita 26 anni fa, intende celebrare.

In ricordo di Cristina Pavesi, vittima della Mala del Brenta ultima modifica: 2021-03-25T08:30:00+01:00 da Giorgia Favero

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