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ITINERARI NATURA

Alle sorgenti del Botteniga, patrimonio minacciato

Risorgiva Botteniga Fiume

Il 2 febbraio ricorre la giornata mondiale delle zone umide. Due giorni dopo, sabato 4 febbraio, un nutrito gruppo di associazioni del trevigiano ha organizzato l’iniziativa Esploriamo il fiume Botteniga che ha richiamato quasi 150 persone per puntare i riflettori sulle aree a rischio.

L’iniziativa

Erano almeno 150 le persone tra pubblico e organizzatori radunate di fronte al prato di San Bartolomeo, zona viale della Repubblica, a un passo dal centro cittadino. Una folla chiamata disciplinatamente a raccolta da ben 7 associazioni locali: Vivere il Botteniga, GRA – Grande Raccordo Ambientale, Legambiente Treviso, FIAB Treviso, Nordic Walking Treviso, WWF Treviso e Natis Naturae Civis.

Risorgive Botteniga Prato San Bartolomeo
Le associazioni presentano l’iniziativa e l’itinerario (Foto: Giorgia Favero)

C’erano adolescenti e anziani, coppie con cani grandi, signori e signore con cani piccoli, mamma con bambino e papà con bambina, gente con la bici al seguito, cittadini solitari, piccoli drappelli di ragazzi in età universitaria. Una fauna umana variopinta di giacconi colorati, giubbetti catarifrangenti e cappellini di ogni forma, alti e bassi, atletici e non, tutti raccolti per una camminata di 5 chilometri verso le aree di risorgiva del fiume Botteniga con lo scopo di localizzarle e conoscerle, ma anche di comprenderne il valore per tutelarle. Una passeggiata di tre ore intervallata da interventi di esperti di ogni sorta che raccontavano ciò che c’era da vedere e ciò che si rischia di non vedere più. Visto il successo, l’iniziativa verrà prossimamente replicata, ma intanto i cittadini interessati possono già andare in esplorazione grazie al sito www.trameurbane.it e www.granderaccordoambientale.com.

Quella natura non troppo nascosta

La prima tappa, la partenza, il prato di San Bartolomeo: un’area attualmente coperta da un bosco ricco di biodiversità e rifugio per molte specie animali e uccelli come gheppi e civette. Un progetto approvato nel 2014 ne vorrebbe fare zona di supermercato (del resto, lungo viale della Repubblica ce ne sono “solo” cinque, senza contare i quattro in progetto e gli altri eretti subito attorno) e di tre condomini. Si prosegue lungo un breve tratto del Pegorile: qui c’è da sbizzarrirsi nel catalogare i ritrovamenti sul suo letto tra carrelli della spesa, ventilatori, biciclette, ombrelloni e sacchi della spazzatura, più volte debitamente segnalati alle autorità e agli enti competenti. A questo proposito, consigliatissima al cittadino attento e attivo l’app di Contarina, con la quale si possono segnalare tali ritrovamenti.

Via Celsi Risorgive Botteniga
Il gruppo radunato attorno al bacino di laminazione di via Celsi (Foto: Giorgia Favero)

Poi si cammina fino via Celsi, lì dove in seguito all’abbattimento di un bosco sono sbucate nuove case e cemento. In questa zona, per attenuare il rischio idrogeologico aumentato a causa di tombinamento dei fossi di via Santa Bona Vecchia, le nuove lottizzazioni e il cemento, si è reso necessario ampliare il bacino di laminazione artificiale per raccogliere le acque. Si tratta in questo caso di un buon progetto di bacino di laminazione perché anziché essere in cemento cerca di riprodurre un ambiente naturale, tipico di quella zona, tanto che si è ricreata in poco tempo una piccola zona umida con il tipico canneto.

Verso il Botteniga

La passeggiata continua lungo via Mandruzzato, una via molto antica e ricca d’acqua lungo i suoi fossi che però da anni sono caratterizzati da odori e colori non proprio piacevoli poiché utilizzati come scarichi fognari di moltissime abitazioni. Tantissime sono le segnalazioni a riguardo, annoso problema delle acque trevigiane. È prevista la realizzazione di fognatura e ciclabile, tombinando completamente però per un lato molti di questi importanti fossi. Andando verso le risorgive, due tappe importanti: due terreni privati – non a caso – intoccati da lottizzazioni dove misurare anche con gli occhi il beneficio dei prati chiusi.

Campo Risorgive Botteniga

Boschi, siepi, campo aperto regno di insetti, fiume che è casa di pesci e macroinvertebrati, risorgiva, alberi usati dagli uccelli come punti di osservazione o di protezione: un cosmo ricco e variegato che ci siamo disabituati a guardare e che viene spazzato via sempre più dal cemento. Un esempio di come anche il privato, se ben accompagnato dalle istituzioni e dagli enti, può prendersi cura di un bene comune, magari assieme ad altri cittadini e associazioni – spiegano da Legambiente – con strumenti come il patto di collaborazione, già presente nel regolamento comunale dal 2016.

Infine le sorgenti del Botteniga

In zona San Pelajo il gruppo trova infine le sorgenti del Botteniga. Un fiume che, dopo aver preso vita qui, grazie a numerose polle risorgive di acqua del bacino del Piave, raccoglie le acque del Pegorile e del Giavera, nato ai piedi del Montello, e poi quelle della Piavesella che porta con sé quelle del Piave captate a Nervesa. All’altezza della cinta muraria nord di Treviso, l’incredibile sistema difensivo della città articolato da Frà Giocondo suddivide il Botteniga in tanti canali che attraversano il centro storico, fino a riversarsi nel Sile.

Risorgive Del Botteniga San Pelajo
Le risorgive del Botteniga a San Pelajo (Foto: Giorgia Favero)

Qui siamo di fronte a un sistema di risorgive, anche se tante sono state interrate per regolarizzare il terreno. Un’acqua che in tutto il corso dell’anno dovrebbe avere un temperatura tra i 9 e i 13 gradi ma che l’anno scorso, causa riscaldamento globale, è arrivata anche a 18. I danni di natura antropica nell’ecosistema e negli ecosistemi che abitiamo sono sempre maggiori e sempre più evidenti. In particolar modo i segni della crisi idrica in corso, molto preoccupanti in vista dell’estate. Con questa consapevolezza il gruppo è lentamente tornato, sotto la luce del tramonto, lì dove tutto è iniziato.

Come e perché

L’azione umana sulla terra, l’aria e l’acqua sembra guidata da una mancanza di consapevolezza delle sue conseguenze sulla popolazione umana. Cioè sulla nostra comunità. Il messaggio che da queste iniziative arriva ai cittadini è la richiesta di essere consapevoli del cambiamento in atto: non per fermarlo ma per mutarne le modalità in chiave sostenibile, che vuol dire sostenibile per la flora, la fauna e gli esseri umani. Vale a dire lavorare sul come si fanno le cose. Vale a dire indurre le amministrazioni comunali a valutare seriamente l’impatto delle loro scelte sulla salute dei cittadini. Come recita l’articolo 41 della costituzione italiana: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana“.

Passeggiata Risorgive Botteniga
In passeggiata lungo via Mandruzzato (Foto: Giorgia Favero)

Giornata di sole al Botteniga, ma…

Terra, acqua, aria: tre elementi fondamentali per la vita e tutti pesantemente compromessi. Sullo sfondo della passeggiata dedicata all’acqua e al consumo di suolo, infatti, c’era un’aria irrespirabile: per l’ennesima volta quest’anno – anche se siamo solo a febbraio – il Comune di Treviso ha sforato i livelli di sicurezza in termini di polveri sottili. Il report di Legambiente Mal’aria parla chiaro: nel 2021 il nostro capoluogo è stato tra i 17 capoluoghi di provincia (su 102 esaminati) più inquinati d’Italia in termini di PM10. Questo significa avvelenare i cittadini: per rientrare nei parametri di salubrità dell’aria stabiliti dall’organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la concentrazione di PM10 a Treviso dovrà essere ridotta del 49%. 

Perché una giornata mondiale delle zone umide?

Un lettore poco interessato alle dinamiche ambientali potrebbe anche chiedersi: a cosa serve una giornata mondiale dedicata alle zone umide? Naturalmente c’è più di un buon motivo. Dalle zone umide deriva il 70% dell’acqua che utilizziamo quotidianamente, e sono anche un incredibile bacino di biodiversità, cioè di specie vegetali e animali anche molto diverse che coesistono in perfetto equilibrio. Almeno finché non arriviamo noi umani: e infatti il 64% delle zone umide nell’ultimo secolo è scomparso. Il pericolo concreto a cui sono esposte è visibile anche a Treviso, proprio all’interno del confine comunale: anche qui le zone umide, come le sorgenti del Botteniga, sono sotto scacco. Secondo i dati ISPRA, Treviso è il quarto comune del Veneto per utilizzo e impermeabilizzazione del suolo comunale. Il Veneto è la seconda regione in Italia dopo la Lombardia. Sicuramente qualcosa su cui riflettere.

Alle sorgenti del Botteniga, patrimonio minacciato ultima modifica: 2023-02-06T13:07:37+01:00 da Giorgia Favero

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