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Domenico Basso, ritratto di un giornalista trevigiano

Con Paolo Rossi

Quanti volti e quante voci si sono alternati in questi anni nel variegato panorama dell’emittenza locale. Uno di questi è Domenico Basso, classe 1957,  da sempre protagonista di un’informazione all’insegna della professionalità. Se a Treviso c’è chi lo chiama da sempre el diretor, qualcosa vorrà pur dire, saranno stati i tanti anni alla guida dell’informazione di Antenna Tre, ne hanno fatto un volto riconosciuto e stimato in città. La sua lunga carriera, proseguita con la carta stampata alla Tribuna e il successivo ritorno all’emittenza locale, ne hanno consolidato un’immagine di credibilità e simpatia come pochi altri in questo settore. Anche oggi che è emigrato, lavorativamente, nella provincia confinante, per lui la Marca è ancora “in prima pagina”. 

Istrana
1988, giornalisti in visita alla base di Istrana

Il tuo è un lungo viaggio di successo successo fra emittenti TV e carta stampata locali… qualche ricordo?

Ho bei ricordi sia come giornalista della carta stampata che come giornalista tivù. Non possono non ricordare quando giovanissimo direttore (la  prima direzione di Antenna Tre) ho seguito con altri bravi colleghi il primo trapianto di cuore. Una notte davvero indimenticabile. L’esperienza al giornale, ai quotidiani del gruppo Finegil (ora Gedi) è stata formativa e qui ho davvero imparato il mestiere. Ho seguito molti congressi di partito, il presidente della repubblica Francesco Cossiga nelle sue vacanze in Cansiglio. Esperienze che mi hanno formato.

Veniamo al presente. Quanto è difficile fare un’informazione credibile ai tempi delle fake news?

Fare buona informazione è il compito che dovremmo avere tutti noi che facciamo questo mestiere. Credo che con il proliferare dei social, dove tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, a fare la differenza siano le testate “certificate”. Difficilmente nei media tradizionali ci si imbatte nelle fake news.

Basso

Allarghiamoci un po’. In questi anni il Veneto sta vivendo una profonda mutazione, come la stai vivendo dal tuo osservatorio di giornalista?

Il Veneto, da locomotiva del Nordest, si è trasformato in un treno merci. La crisi ha portato anche noi giornalisti ad una nuova narrazione del nostro essere veneti. Come non ricordare ad esempio i tanti suicidi di imprenditori. Una pagina triste, che comunque tutti abbiamo saputo scrivere con delicatezza e analizzando cosa c’era dietro ad ogni lutto.

Giochiamo a fare un po’ di “promozione turistica”: Treviso, la tua città, ora Vicenza, dove lavori, e anche Jesolo, dove ami andare…

Treviso resterà sempre la mia città. Tranquilla, conviviale, “ciacolosa” (il chiacchiericcio ci contraddistingue). Per me paesaggisticamente resta una bella cartolina. Vicenza è monumentale, più chiusa di Treviso, ma piena di mistero. Jesolo è il luogo che mi ricorda quando ero bambino. Ma adesso la amo d’inverno, perché è d’inverno che il mare si presenta nella sua unicità e chi lo cerca è perché lo ama per davvero.

Panatta
Un recente selfie con Adriano Panatta

 Infine, qualche novità per l’ impegno professione di Domenico Basso alla guida delle news di Tva Vicenza?

 Qui sto lavorando con impegno, cercando di sviluppare , oltre ai tg, anche altre produzioni. Quest’anno è ripartito il format Volti & Storie (ogni venerdi alle 21.05) nel quale ogni settimana incontro personaggi del mondo della politica, dello sport, della cultura, dello spettacolo. Ho iniziato con Paolo Rossi, poi Fabio Testi e ancora Arrigo Cipriani e Adriano Panatta. Le loro vite, le loro storie, i loro progetti. E chissà, forse un giorno mi farò un’autointervista per conoscermi un po’ meglio.

Domenico Basso, ritratto di un giornalista trevigiano ultima modifica: 2019-11-07T11:44:04+01:00 da Gigi Fincato

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