Occuparsi di un territorio vuol dire anche avere cura e memoria della sua storia e dei suoi valori. Ne abbiamo parlato con la presidente dell’associazione ISTRESCO Francesca Gallo.
L’ISTRESCO e i suoi valori
Quando e come è nata l’associazione? Ci può spiegare il significato di questo nome?
L’Istresco, ovvero Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana, nasce nel luglio del 1992 dall’incontro tra alcuni esponenti della Resistenza e alcuni storici e ricercatori. A sottoscrivere l’atto di nascita dell’associazione c’erano Gino Sartor, Tina Anselmi, Antonio Colognese, Ivo Dalla Costa, Elio Fregonese, Giuseppe Martellone, Lino Masin, Agostino Pavan, Adriano Venezian e Leandro Biadene. L’istituto si affiancava così a molti altri analoghi istituti, presenti soprattutto nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord Italia, e che facevano capo all’istituto di Milano (allora INSMLI ora “Ferruccio Parri”).
Qual è la mission dell’associazione e quali sono i valori sui quali si fonda?
I nomi elencati tra i fondatori danno conto di una convergenza tra diverse anime della Resistenza trevigiana, quella cattolica e quella di sinistra, nella prospettiva di tenere in vita la memoria e la conoscenza dell’esperienza resistenziale, primo fondamento della Repubblica italiana. Per raggiungere questo risultato i fondatori si proponevano di operare nell’ambito della ricerca, della divulgazione, della formazione.
Importante strumento per raggiungere questi obiettivi era (ed è) l’archivio, ricco di materiale documentario sulla Resistenza, ma anche relativo al secondo dopoguerra, e la biblioteca specializzata nella storia del ‘900 (con una dotazione attuale di circa 11.300 volumi). I valori a cui si riferisce l’Istresco sono quelli che furono propri dei resistenti: la libertà e la democrazia prima di tutto; la ricerca storica (seria e documentata) è lo strumento principale attraverso cui opera l’istituto. In questa prospettiva oltre alla Resistenza l’istituto si è dedicato a fare oggetto di interesse e di ricerca tutto il ‘900.
Attività sul territorio
Quali sono le attività e le iniziative con cui intendete portare avanti e “seminare” i vostri valori?
Le attività che normalmente sono sviluppate sono le seguenti: attività di formazione per docente e studenti (anche attraverso le attività della Rete degli istituti della Resistenza del Veneto); ricerche di carattere storico; pubblicazioni; organizzazione di convegni e seminari; consulenza nei confronti di soggetti che richiedano le nostre competenza (ad esempio il MeVe o il comune di Riese, con cui attualmente è in corso un progetto per la costituzione di un Centro di documentazione dedicato a Primo Visentin, il partigiano “Masaccio”); presentazioni di libri e ricerche alla cittadinanza; interventi nell’ambito del calendario civile; incontri periodici (prima della pandemia) con soci e amici.
Riguardo a tutti questi temi, ci sono alcune figure trevigiane nel nostro passato che secondo voi meritano di essere conosciute e riscoperte?
Figure importanti e interessanti da conoscere e valorizzare ce ne sono più d’una; tuttavia numerose ricerche e pubblicazioni sono state dedicate anche a personaggi che altrimenti la cui memoria si sarebbe perduta. In questo ambito, attraverso la pubblicazione di memorie (spesso soldati, internati, ma anche emigrati) abbiamo dato spazio anche a chi altrimenti non avrebbe avuto voce.
In ogni caso, oltre ai singoli e alle loro vicende talora eccezionali, credo sia compito di un istituto come il nostro quello di ricostruire i grandi fenomeni storici che hanno coinvolto larghi strati della popolazione e hanno trasformato il nostro territorio. Fino a qualche anno fa è stata la grande emigrazione, la Prima guerra mondiale, il ventennio fascista e poi di nuovo la Seconda guerra mondiale e la Resistenza; ora vogliamo sondare anche le fasi più vicine a noi a cominciare dalla ricostruzione e lo sviluppo degli anni ’60 per arrivare alla piena contemporaneità.
ISTRESCO tra presente e futuro
Recentemente avete stretto un importante accordo con il MeVe, il Memoriale della Grande Guerra, e il Comune di Montebelluna. In cosa consiste questa collaborazione?
Con il Meve abbiamo in atto una convenzione. Il MeVe è una realtà nuova per il nostro territorio, nata sull’onda delle iniziative legate al centenario della Grande guerra. Si propone di essere un polo di divulgazione innovativo e aperto a cittadinanza e scuola. Per questo l’Istresco ha colto l’occasione di collaborazione con grande piacere e interesse. Per il MeVe forniamo consulenza e interveniamo in varie iniziative. Ad esempio, abbiamo collaborato per la mostra da poco aperta su Istantanee del presente, per una collana didattica destinata a docenti e studenti in corso di stampa, alla presentazioni di libri (per il momento on line), prossimamente per seminari e corsi di formazione rivolti a docenti.
Avete un sogno nel cassetto per la vostra associazione? Se aveste a disposizione tutto il budget possibile, qual è l’iniziativa che vorreste realizzare?
L’Istresco ha l’ambizione – e speriamo anche le possibilità – di diventare un motore generativo per i giovani che si affacciano alla ricerca e stentano a trovare spazi. Da tempo l’università offre pochissime possibilità per i giovani, e ciò soprattutto nell’ambito dei saperi umanistici e storico-sociali. Per questo tanti ragazzi preparati e volenterosi vedono che il loro impegno non ha prospettive praticabili di lavoro. Si tratta di una perdita di intelligenze e di competenze che il territorio (e l’Italia) non possono permettersi. Al momento cerchiamo di cogliere tutte le occasioni per far lavorare giovani ricercatori, ma vorremmo che ciò potesse diventare strutturale e continuativo.
Interessante un istituto tutto Trevigiano sulla resistenza 🙂
🙌
Grazie