Alla scoperta delle mura e delle porte di Treviso - itTreviso

itTreviso

MONUMENTI

Alla scoperta delle mura e delle porte di Treviso

Itinerario Treviso Mura

Sono una delle icone della città e rendono riconoscibile il centro storico grazie alla loro forma caratteristica: le mura rinascimentali di Treviso. Scopriamo qualche segreto della loro storia e osserviamo più da vicino le sue porte più famose: porta Santi Quaranta e porta San Tomaso.

Le mura di Treviso

Ci camminiamo spesso sopra o ci sfrecciamo davanti innumerevoli volte, probabilmente senza mai esserci presi il tempo necessario per osservarle. Eppure forse non potremmo nemmeno immaginare la nostra città senza le sue mura! Verosimilmente Treviso era cinta da una cortina muraria già in epoca romana, ma non se ne ha nessuna traccia. Nel Trecento gli Scaligeri edificarono un nuovo giro di mura, poi potenziate verso fine secolo dai Carraresi.

Mura Treviso
Mappa storica con porta san Tomaso. Foto tratta da “Le mura di Treviso. Da fra’ Giocondo a oggi un viaggio lungo 500 anni”.

Dal 1388 la città è ufficialmente sotto il dominio di Venezia e conosce una pace lunga circa 120 anni. Nel momento di massima tensione politica, nei primissimi anni del Cinquecento, la Serenissima diede l’incarico di demolire le mura medievali, considerate troppo alte e strette, per ridisegnare la difesa della città. Porte e mura diventano in realtà il simbolo di nuovi valori: le prime rappresentavano la coesione sociale e la storia della città, che assieme alla forza dissuasiva della muraglia formavano un’unità allusiva e invidiabile.

Le mura e le acque

Incaricato del progetto fu fra’ Giocondo da Verona (1433-1515), personaggio molto noto all’epoca e a cui ancora oggi è dedicato uno degli accessi al centro storico. La Serenissima lo assunse nel 1506 in qualità di esperto in idraulica e costruzioni belliche. Il sistema delle acque è in effetti strettamente legato al ridisegno delle mura, che prevedeva anche la demolizione degli edifici interni ed esterni troppo vicini alle antiche mura e la realizzazione di un terrapieno. Treviso si colloca in un territorio ricco di acque di risorgiva per cui un piano dal punto di vista idrico è stato un punto importante dei lavori. Le acque sorgenti ma anche quelle stagnanti assicuravano una difesa naturale della città prima ancora dell’edificazione delle mura. Questa caratteristica viene fatta permanere anche con il nuovo progetto. Del resto ancora oggi le acque di risorgiva sono l’elemento peculiare della nostra città e lo sono anche del suo sistema difensivo.

Porta San Tomaso

Delle varie porte che si aprivano nel tracciato murario, porta San Tomaso è la più imponente. Fu costruita in soli 10 mesi nel 1518 e inizialmente le fu dato il singolare nome di “porta nana”, poiché fatta edificare dal podestà Paolo Nani. Il santo che campeggia sul tetto ligneo dal rivestimento di lastre di piombo non è san Tomaso, come si potrebbe pensare, ma san Paolo. Presenta numerose affinità con porta Portello a Padova dunque è possibile che sia della stessa mano, quella di Guglielmo D’Alzano detto il Bergamasco. Sulla fascia più alta è leggibile la frase latina “Dominus custodiat introitum et exitum tuum”, ovvero “Il Signore abbia cura del tuo entrare e uscire”.

Porta San Tomaso Treviso
La facciata di porta san Tomaso a Treviso recentemente restaurata. Foto: Comune di Treviso

Il leone marciano che campeggia al centro attualmente è in pietra d’Istria, come tutta la facciata della Porta, ma originariamente ce n’era uno in bronzo. Quello attuale venne collocato lì nel 1856 mentre l’originale fu portato via dai Francesi. Proprio il leone è protagonista di un vero e proprio enigma, poiché nel libro aperto tra le zampe solitamente si legge la frase “Pax tibi Marce evangelista meus” (traducibile con “La pace sia con te, Marco, mio evangelista”). In questo caso invece qualcuno ha chiaramente modificato la scritta in “Pax tibi Marce evax melus ste meus”, parole che sono attualmente prive di una logica.

Porta Santi Quaranta

A un chilometro e mezzo di distanza da Porta San Tomaso sorge Porta Santi Quaranta. Rivolta in direzione ovest, guardava la pianura verso Padova, Vicenza e Feltre. Il nome deriva dalla vicina chiesa dedicata ai Quaranta martiri di Sebaste, ovvero l’attuale chiesa di Sant’Agnese. Venne edificata per volere del podestà Andrea Vendramin poco prima di Porta San Tomaso. Era il 1517 e il suo nome originario era “porta vendramina” proprio in onore del podestà. Anch’essa presenta una facciata in bianchissima pietra d’Istria al cui centro, sopra il fornice centrale, campeggia nuovamente il leone di San Marco, sempre non originale poiché quello attualmente visibile risale al 1909.

Tv Porta Santi Quaranta
Facciata di porta San Tomaso che introduce al centro storico da ovest. Foto: Italia Nostra

Vi invitiamo ad osservarne bene anche l’interno, che mette in mostra volte a crociera e affreschi. Le porte infatti non sono soltanto delle facciate! Da notare (come per porta San Tomaso) le iscrizioni indicanti il nome della porta. Quella in latino, posta nella facciata interna e dunque per chi esce da Treviso, è “Porta Sanctorum Quadraginta”; quella posta nella facciata esterna, dunque leggibile da chi entra, è in dialetto “Porta de Sancti Quaranta”.

Alla scoperta delle mura e delle porte di Treviso ultima modifica: 2020-10-28T09:39:19+01:00 da Giorgia Favero

Commenti

Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top