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FONTANE MONUMENTI

Seni scoperti e teste di drago: ecco le fontane di Treviso!

Fontane Treviso

Per conoscere davvero bene una città bisogna imparare a guardarla nei minimi particolari. Anche dei piccoli dettagli possono raccontare storie interessanti! Le fontane sono uno di questi. A Treviso ce n’erano ben trentatre! Andiamo a scoprire le più significative della nostra città!

La fontana dei tre visi

È la fontana “più trevigiana” perché rimanda direttamente al toponimo della città. Secondo alcuni infatti deriverebbe dalle tre originarie alture della città – piazza dei Signori, piazza Duomo e sant’Andrea – che permettevano tre visuali o vedute verso l’esterno. L’erma che sormonta la fontana presente dunque tre teste di uomini anziani che guardano in tre direzioni diverse. Il busto nudo è privo di braccia ed è sorretto da un pilastro sempre in pietra. L’acqua sgorga su una vasca circolare da quattro teste di leone rappresentate in maniera stilizzata, alternate a motivi floreali. Si tratta di una copia della scultura originale ad oggi purtroppo perduta. Si trova in via Bailo, proprio di fronte al palazzo del Municipio Ca’ Sugana.

Fontana Dei Tre Visi Treviso
L’erma con i tre visi che decora la fontana omonima in via Bailo (Foto: Giorgia Favero)

La fontana delle tette

Non ci sono dubbi: la Fontana delle tette è il simbolo più pop di Treviso! L’originale di questa regina delle fontane trevigiane è del 1560 e venne ordinata dal podestà Alvise Da Ponte. La tradizione riporta che all’insediamento di un nuovo podestà la fontana sgorgasse da un seno vino bianco e dall’altro vino rosso “a sollazzo del popolo esultante”, come descritto da una antica fonte. E questo per ben tre giorni! L’acqua che sgorgava negli altri giorni dell’anno arrivava invece dal Cagnan. Originariamente si trovava in una nicchia alla base del Palazzo Pretorio, rivolta verso Calmaggiore, almeno fino alla caduta della Serenissima nel 1797. Quella che si trova nella galleria della strada romana è una riproduzione recente (del 1989) mentre l’originale, gravemente danneggiato, si trova sotto la loggia di Palazzo dei Trecento, custodito in una teca.

Fontana Delle Tette Treviso
Fotografia ravvicinata della Fontana delle tette, la riproduzione del 1989 (Foto: Giorgia Favero)

Fontana del Littorio

La fontana del Littorio, in piazza San Leonardo, è una delle fontane più centrali della città. Venne costruita nel 1929, un anno prima di quella in piazza San Vito, a sostituzione di quella ad uso domestico. Se oggi non viene più di tanto disdegnata, sembra che all’epoca fosse stata oggetto di numerose critiche. In tanti pare la trovassero priva di grazia. Si tratta di un’opera totalmente in marmo, come quella di piazza San Vito, ed è composta da tre bacini d’acqua ellittici posti su un podio di gradini. L’acqua zampilla dalle fauci di 8 delfini, posti a sorreggere il secondo bacino, e dalle quattro teste di leone che ornano il secondo bacino. Il nome originario – fontana deli littorio appunto – ricorda che si era in epoca fascista, così come i fasci littori che sorreggono il terzo e più alto bacino che compone la fontana.

Fontana Littorio Treviso
Dettaglio sui delfini che decorano la fontana del Littorio (Foto: fontaneitaliane.com)

Fontane e teste di drago

Le fontane nascondono una simbologia molto interessante, per questo meritano di essere tutte osservate da vicino, magari mentre si sorseggia un po’ d’acqua fresca! In piazza Santa Maria dei Battuti per esempio trovate una fontana interamente in ghisa con una decorazione a testa di drago, un animale che simboleggia la forza racchiusa nel sottosuolo. Lo stesso soggetto lo troviamo anche sulla fontana di Borgo Cavour, anch’essa in ghisa, con la testa di drago che fuoriesce da una colonna a base ottagonale. Diversamente da altre fontane, è sconsigliato bere quest’acqua, tanto che secondo una leggenda (recentemente smentita) fu proprio questa a causare la morte del condottiero scaligero Cangrande dalla Scala nel 1329.

Fontane Treviso Garibaldi
Dettaglio della testa di drago della fontana di piazza Garibaldi, sormontata dalla scultura di un cigno (Foto: fontaneitaliane.com)

Infine la fontana di piazza Garibaldi, a pochi passi da ponte Dante, reca anch’essa il motivo della testa di drago. L’opera è interamente in ghisa ed è sormontata dalla scultura di un cigno, animale della mitologia spesso associato alle ninfe protettrici delle sorgenti. Rappresentato con le ali in parte spiegate al vento, tra le zampe del cigno è possibile leggere la scritta “piume al vento”.

Altre fontane in dettaglio

La fontana al centro di piazza Rinaldi invece è costituita da una colonnina in marmo e la testa rappresentata in ghisa è quella di un satiro. Venne inaugurata nel 1908, come reca la scritta, e secondo diverse fonti negli anni Trenta era sormontata da un lampione a gas. Simile e allo stesso tempo del tutto diversa la fontana di piazza Pola, con la testa di satiro in ghisa e la scritta 1903, e quella in piazza san Francesco (1906). Riferimenti allo Zodiaco si possono invece scovare sulla fontana di Piazza Sant’Andrea, una delle più particolari e complesse della città. È costituita da una serie di vasche che assecondano la pendenza e l’acqua zampilla attorno a una colonna in ferro sormontata da una sfera in ghisa.

Fontana Piazza Rinaldi Treviso
Dettaglio della testa di satiro e della scritta sulla fontana di piazza Rinaldi (Foto: Giorgia Favero)

In piazza Crispi (vicino alla loggia dei Cavalieri) torna il tema della testa di drago con la variante della testa di serpente che fuoriesce dalla scultura in marmo di una testa leonina. Particolarità di questa fontana, molto ben disegnata all’interno della piazza, è il suo fondo a mosaico. Un altro unicum a Treviso è la fontana di piazza Trentin, dalle forme totalmente geometriche e il beccuccio in ottone. Il rubinetto in ottone lo ritroviamo anche in altre fontane, come quella di via Riccati, incastonato in un rosone in ghisa tipico delle fontane comunali degli anni Trenta che troviamo anche in piazza Santa Maria Maggiore. In conclusione, da parte nostra non possiamo non accodarci all’abate Luigi Bailo quando scrisse: “quest’acque meritano che il forestier le gusti, né si dirà di conoscere Treviso, se non si sono gustate le sue acque”.

Seni scoperti e teste di drago: ecco le fontane di Treviso! ultima modifica: 2021-05-19T08:30:00+02:00 da Giorgia Favero

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