I primi cent'anni del collegio Pio X raccontati dal rettore Bonomo

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CULTURA INTERVISTE

I primi cent’anni del collegio Pio X raccontati dal rettore Bonomo

L'esterno del Pio X

Nell’anno scolastico 2020/2021 il Pio X ha festeggiato i 100 anni di vita. Attualmente la facciata esterna di borgo Cavour è “impacchettata” da impalcature, causa restauri. Il collegio vescovile Pio Decimo fu fondato dall’allora vescovo Andrea Giacinto Longhin e da monsignor Antonio Meneghetti ed è una delle più importanti  istituzioni culturali di Treviso. É dedicato a Giuseppe Sarto da Riese, papa d’inizio Novecento, fatto santo nel 1954. Sorse per offrire un servizio qualificato sul territorio dal punto di vista educativo – religioso. All’epoca si dovettero scindere il seminario, per coloro che si preparavo per diventare sacerdoti, dalla scuola per tutti gli altri.

Parte di un quadro raffigurante san Pio X
Ritratto di Giuseppe Sarto, papa Pio X

Oggi, oltre a 140 docenti, accoglie ogni giorno circa 1400 studenti, dai bimbi del nido e delle materne, le elementari, le medie, i licei scientifico, classico, linguistico, delle scienze applicate ed anche un istituto “International”, che rilascia un diploma di baccalaureato internazionale. Si chiama ancora collegio perchè un tempo c’era anche l’internato, dove abitavano i ragazzi che risiedevano più lontani da Treviso. Anche oggi l’utenza proviene da tutta la Marca, ma pure dalle vicine province. Da 25 anni a questa parte è stato anche istituito il premio La Fonte, come riconoscimento agli ex allievi che si sono particolarmente distinti nella loro professione; il primo premiato fu l’imprenditore Alessandro Benetton, il penultimo il vescovo di Piacenza, monsignor Adriano Cevolotto.
Da otto anni rettore del Pio X è don Lucio Ferruccio Bonomo, 72 anni, che è anche direttore dello storico periodico diocesano, La Vita del Popolo, nonchè insegnante di teologia.

Rettore Bonomo, cosa rappresenta oggi per la città l’istituzione Pio X?

Sono di parte in quanto rettore, ma quando mio cognato, che ha fatto le magistrali al Duca degli Abruzzi, mi ha detto “ho letto sul giornale che ti hanno nominato rettore, guarda che è un’istituzione tra le scuole della città”. Significa che per tutti ha un peso notevole, sia per la tradizione culturale, ma anche perchè molti lo hanno frequentato o lo frequentano; quindi direi che ha un suo spessore. Sento in giro quel che si dice, il riscontro che abbiamo è positivo.

Primo piano di Lucio Bonomo nel cortile interno del collegio
Don Lucio Bonomo, rettore del Pio X (foto L.Fincato)

Ma c’è poi anche chi lo sceglie per i valori religiosi…

Collegio vescovile vuol appunto dire che appartiene alla diocesi, ed in ultima istanza al vescovo, ed in Italia i collegi vescovili sono rari. Nel Triveneto ce ne sono a Padova, Pordenone ed appunto a Treviso. Gran parte sono infatti scuole di ordini religiosi, come Salesiani, Canossiane eccetera. Il nostro collegio ha come base che ispira il suo progetto formativo a quella che si chiama l’antropologia cristiana, cioè quella visione dell’uomo con i valori tipici della tradizione cristiana. É comunque una scuola molto aperta, anche laica, nel senso che rispetta tutte le posizioni ed abbiamo diverse iniziative, come momenti religiosi e formativi per ragazzi, genitori e insegnanti.

Cosa c’è nel futuro del Pio X?

Per il prossimo anno scolastico stiamo cercando, a vent’anni dalla sua chiusura, di rilasciare l’istituto tecnico-commerciale, con finanza, marketing ed amministrazione. Stiamo preparando un progetto innovativo, con consulenze esterne. Proprio di recente abbiamo fatto una tavola rotonda per capire, con i responsabili delle categorie professionali cittadine, per chiedere loro un parere su come avviare questo nuovo corso. Ma il nostro fiore all’occhiello diventa sempre di più l’istituto International, perché è di grande prestigio ed il diploma è riconosciuto in tutto il mondo. Basti pensare che i compiti non vengono corretti dai nostri insegnanti, ma arrivano all’Aja, in Olanda, dove c’è la sede centrale.

L'auditorium del Pio Decimo
Il moderno auditorium del collegio trevigiano (foto L.Fincato)

Infine, come vede il rettore Bonomo il futuro della città di Treviso?

Sono di Casale sul Sile, ma abito a Treviso da una vita. Negli anni ho visto che la città si è  svuotata sempre di più, ci sono tante abitazioni chiuse. Speriamo bene, perchè vedo tanti cantieri in giro. Certamente è una città piccola; ci vorrebbe una maggior promozione del turismo, perchè ci sono tante cose belle. É comunque una città dove si sta bene, perchè è a misura d’uomo, in un’ora circa si può fare a piedi il giro delle mura. Inoltre la mentalità della gente è aperta alle buone relazioni, il simbolo sono ancora la piazza ed il mercato.                         

I primi cent’anni del collegio Pio X raccontati dal rettore Bonomo ultima modifica: 2022-01-24T16:36:58+01:00 da Gigi Fincato

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Muchas gracias por tu aporte.

Julieta B. Mollo

Molto interessante!

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