Ha inaugurato lo scorso 22 aprile la mostra Le colline a colori. L’arte del patrimonio Unesco a Palazzo Sarcinelli di Conegliano. Un’esposizione che raccoglie 40 artisti viventi e contemporanei che raccontano la bellezza delle colline tra Conegliano e Valdobbiadene, piccoli ma ormai famosi centri del trevigiano.
La mostra Le colline a colori
Sono oltre 50 le opere che la curatrice Lorena Gava ha raccolto per questa grande mostra sui paesaggi delle colline di Conegliano Valdobbiadene, dal 2019 nella lista del patrimonio dell’umanità UNESCO. Nata da un’idea di Angela Buso, questa mostra ha affidato agli artisti il compito di tradurre in arte le viste, le suggestioni e le tante esperienze di bellezza del paesaggio collinare, disegnando una mappa di segni e colori capace di raccontare e riassumere una terra straordinaria, generosa di frutti, di piante, di dimore antiche e di edifici sacri. Visitabile gratuitamente dal giovedì alla domenica fino al 27 giugno, la mostra è promossa dal Comune di Conegliano e dall’Associazione La chiave di Sophia, è patrocinata dalla Regione Veneto, dalla provincia di Treviso e dai 14 Comuni del territorio Unesco.
Tanti ed eterogenei gli eventi che l’accompagnano in queste settimane tra spettacoli, passeggiate, presentazioni di libri e conferenze. Non mancheranno le visite guidate, sempre gratuite, su prenotazione per tutte le domeniche di apertura.
Gli artisti esposti
Pittori, scultori, fotografi, incisori, mosaicisti e ceramisti: ben 40 e molto vari sono anche gli artisti esposti nelle otto sale del piano nobile di Palazzo Sarcinelli. Si tratta di autori che hanno già presenziato nel contesto della Galleria ‘900 e che si sono distinti in questi anni per la loro poetica. Accanto a loro anche dei volti noti della storia dell’arte veneta del Novecento, da Gigi Candiani a Gina Roma e Nino Springolo. Un’antologia delle opere esposte è reperibile nel catalogo della mostra, Le colline a colori. L’arte del Patrimonio Unesco edito dalla casa editrice coneglianese Nodo Edizioni.
Le colline a colori: un patrimonio da conoscere
La mostra è pensata come preludio di una visita diretta sul territorio. Per aiutare a comprendere questo legame speciale tra l’arte e le colline, la curatela dell’esposizione ha anche elaborato una mappa che illustra di ogni opera il luogo esatto in cui è stata realizzata (o almeno pensata). Per questo la mostra ricostruisce una vera e propria geografia di scorci e punti di vista su un paesaggio che deve essere vissuto in prima persona. E vissuto soprattutto per la sua cifra naturale, al di là di tutto il comparto produttivo che si lega alle sue colline. Il calendario eventi che accompagnerà l’esposizione fino al 27 giugno serve anche a questo: a far conoscere di persona un territorio che può essere goduto con gli occhi, ma anche assaporato con tutto il corpo.