Lunedì 28 marzo al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso i Radiofiera hanno festeggiato con la stampa e gli amici di sempre il proprio compleanno. Sono 30 candeline per la rock band di Fiera attualmente composta da Bepi Fedato, Massimiliano Bredariol, Marco Feltrin, Francesco Barbato e ancora capitanata da Ricky Bizzarro.
Radiofiera 30
Ce n’è da festeggiare: 6 dischi da studio e più di 1000 concerti, un album live, una raccolta, innumerevoli collaborazioni e un EP in edizione limitata con le canzoni della Grande Guerra. Nell’incontro-concerto con la stampa, i Radiofiera hanno ricordato una lunga carriera e condiviso sogni e progetti per il futuro. L’appuntamento più atteso è per questo autunno. Sarà infatti inaugurata una mostra multimediale patrocinata dal Comune di Treviso. Foto d’archivio e video inediti, letture, incontri e session musicali impreziosiranno questo importante appuntamento. Associato alla mostra, i Radiofiera stanno preparando un progetto editoriale esclusivo: un libro fotografico ricco di storie, volti e aneddoti, per disegnare l’ambiente in cui si è mossa la band in questi 30 anni.
Nel frattempo sono in corso di definizione gli appuntamenti live del 2022, con un’unica certezza. Proprio in conferenza stampa la band ha strappato al sindaco di Treviso Mario Conte un concerto al prestigioso Teatro Comunale per l’estate.
Una lunga storia
La band nasce a Fiera, antico porto lungo il fiume Sile. Ricky Bizzarro e Bepi Fedato la fondano dalle ceneri dei Circle, insieme ai primi compagni di avventura; scrivono e suonano rock con Lou Reed, Bob Dylan e Joe Strummer nelle orecchie, in una stanza del vecchio asilo Maria Bertilla, proprio in Prato della Fiera. Nel 1994 il primo riconoscimento ufficiale: i Radiofiera sono tra i vincitori di “Rock Targato Italia”. La storia continua tra nuove uscite, tour in tutta Italia, collaborazioni importanti, sessioni di registrazione in studi prestigiosi. Poi lo stop della pandemia nel 2020 e la tanta – tantissima – voglia di tornare live nel 2021 e soprattutto quest’anno.
Il dialetto sdoganato dai Radiofiera
A proposito di “Piova”, una ballad elettrica e disincantata dei loro primi anni (era il 1995), Ricky Bizzarro confessa: “la scrissi di getto, quasi vergognandomi di aver usato il dialetto”. Una canzone che tuttavia li rende famosi in tutta Italia e apre loro le porte al contratto con la Sony. Il rock in dialetto veneto, infatti, segna inaspettatamente la loro cifra stilistica. Una formula che sdogana una lingua non più macchiettistica, ma funzionale al racconto di una terra consacrata al lavoro, trasformata da ambizioni e capannoni, indulgente con i conformisti, spietata con gli infedeli. Una lingua che ancora oggi può essere utilizzata e diffusa con questa chiave di lettura… e di ascolto.
L’8 marzo con “Ocibei”
Lo scorso 8 marzo i Radiofiera avevano lanciato il secondo singolo estratto dall’ultimo album De chi situ ti?, uscito nel 2021 per l’etichetta Psicolabel: Ocibei. Una data non casuale per un singolo che – rigorosamente in dialetto, a partire dal titolo – si rivolge alle donne e a loro è dedicato. Una forma poetica e delicata di gratitudine, un invito a vivere appieno. “Varda”, “dime”, “baea”, “ziga”, “prega”, “ridi”, una serie di imperativi che sono in verità esortazioni a tutte le “ocibei” del mondo a essere sé stesse e a non soffocare i propri desideri e aspirazioni. Il bellissimo video è a firma di Mauro Lovisetto, che ha realizzato progetti visual per i tour di Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Giorgia, Pino Daniele e tanti altri artisti. Immagini che impreziosiscono una musica che è come una carezza.
Tanti auguri! 👏