Contarina S.p.A. fa un nuovo passo avanti nella raccolta dei rifiuti e sigla un accordo per il riciclo dei PAP, gli assorbenti e i pannolini usati.
Treviso e la raccolta differenziata
Se c’è un ambito in cui la nostra provincia non ha quasi eguali in ambito italiano (e forse addirittura europeo) è quello della raccolta dei rifiuti. Dobbiamo ringraziare due grandi aziende, Contarina s.p.A e SAVNO Servizi, che si spartiscono i comuni della Marca e offrono un servizio di vera eccellenza nazionale. Merito di una importante visione per cui, sintetizza Michele Rasera, direttore generale di Contarina s.p.A. «i rifiuti non sono solamente scarti ma, se valorizzati adeguatamente, possono avere una nuova vita, creando economie positive per il nostro territorio». Oltre a ripristinare un pizzico di quell’equilibrio ambientale che l’attività antropica compromette quotidianamente e in modo massiccio.
Il riciclo dei PAP
Il sodalizio tra Contarina e la veronese Cartiere Saci, importante azienda nella produzione di carta da imballaggio a partire da materia prima 100% riciclata, chiude il cerchio con la tecnologia della FaterSmart, altro importante partner di Contarina e che sta mettendo a punto un efficace sistema di riutilizzo dei PAP. Ma cosa sono questi PAP? La sigla sta per prodotti assorbenti per la persona e quindi in termine racchiude assorbenti, pannolini e pannoloni, prodotti al momento da smaltire nel secco e che costituiscono una grande mole di rifiuti.
Secondo alcune stime, ogni donna italiana utilizza in media 250 assorbenti l’anno e in Italia ci sono circa 21 milioni di donne in età fertile. Significa più di 5 miliardi di assorbenti ogni anno, solo in Italia. Ad essi dobbiamo sommare anche i pannolini utilizzati dai bambini e i pannoloni degli anziani. Insieme costituiscono il 4% dei rifiuti solidi urbani e finiscono dritti dritti negli inceneritori.
Treviso unica al mondo
L’impianto sperimentale è stato istituito già nel 2015 presso la sede Contarina di Lovadina di Spresiano (TV). Funziona tramite una rete di raccolta a livello regionale tra grandi utenze (ad esempio le case di riposo), gli ecocentri (per esempio quello di Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno) e la raccolta porta a porta. Si tratta di un impianto unico al mondo, il che rende il nostro territorio il primo in assoluto a lavorare in questa direzione. Pensate: questi macchinari sono in grado di elaborare fino a 10mila tonnellate di prodotti usati ogni anno!
Come funziona il riciclo dei PAP
Quattro sono le fasi del processo di riciclo: la raccolta, lo stoccaggio, il trattamento in autoclave, la separazione. In parole semplici, in autoclave la forza del vapore a pressione permette di aprire e sterilizzare i PAP, eliminando anche i cattivi odori. Nell’ultima fase invece viene separato meccanicamente il materiale riciclabile, che è di tre tipi. La cellulosa così estratta sarà utilizzata da Cartiere Saci che, miscelandola ad altri maceri, la trasformerà in carta. Da una tonnellata di rifiuti PAP si possono estrarre fino a 150 chili di cellulosa, ma anche 75 di plastica e altrettanti di polimero super assorbente. Anche questi due materiali possono così essere riutilizzati nella realizzazione, tra le altre cose, di prodotti tessili, grucce, giocattoli, fertilizzanti.
Per fare un piccolo esempio, secondo FaterSmart con la plastica estratta da 40 chili di PAP utilizzati si può realizzare un nuovo sgabello. Ecco dunque che un PAP può essere riciclato al 100% e può concorrere alla creazione di un nuovo oggetto senza l’utilizzo di altre materie prime “nuove”.
C’è chi dice no… perché?
La notizia sui social ha scatenato – anche ma non solo – ironia e disgusto. In parte tali risposte denotano quanto il ciclo mestruale sia ancora visto come stigma sociale, qualcosa di cui aver vergogna e di cui non parlare. Non si spiega altrimenti perché gli assorbenti siano stati presi di mira più dei pannolini. Dispiace anche che così tante persone non abbiano colto la necessità di arginare l’impatto ambientale umano. Né del resto nemmeno l’importanza di questa nostra grande capacità umana di creare soluzioni, di utilizzare l’ingegno. Anche perché questo grande progetto aiuta sia l’ambiente che l’economia del territorio. Secondo FaterSmart infatti il riciclo dei PAP potrebbe creare in Italia oltre mille posti di lavoro e anche alleggerire le tasche dei cittadini, che limiteranno così di una piccola ma importante percentuale la propria produzione di rifiuti non riciclabili pagando una TARI più bassa.