GattiVagabondi Onlus: in difesa degli ultimi

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INTERVISTE TREVIGIANI PER IL TERRITORIO

GattiVagabondi Onlus: in difesa degli ultimi (gli animali)

Gattivagabondi Onlus

Quando si vuole raccontare un territorio e le sue bellezze, non è possibile evitare di parlare delle persone che lo abitano. In provincia di Treviso ci sono migliaia di associazioni che in mille modi diversi si occupano del prossimo (umano, animale o “naturale” che sia): attraverso lo sport, il gioco, la cultura, l’arte, la prima assistenza. Questo amore incondizionato è tra le cose più belle che si possa raccontare di un territorio. Oggi voglio parlarvi dell’amore verso gli animali e di ciò che si fa di bello nella nostra provincia. Entriamo allora nel mondo delle dinamiche donne dell’Associazione GattiVagabondi Onlus di Villorba per imparare qualcosa di più sul nostro senso civico.

Paola Censotti, da presidentessa dell’Associazione vuoi raccontarci com’è cominciata la vostra avventura?

Con alcuni compagni d’avventura ci occupavamo di animali, di cani e di gatti, già da molti anni, ma l’associazione è nata ufficialmente nel 2009, quando ho cambiato casa: ne ho presa una più grande e metà l’ho destinata a rifugio. Lì poi hanno cominciato a venire le volontarie, che con me hanno iniziato ad occuparsi delle quattro stanze ‒ la metà della casa ‒ per accogliere gattini, gatti anziani, gatti abbandonati, quelli che nessuno vuole più.

L’ingresso del rifugio a Villorba

GattiVagabondi cerca la casa più appropriata e sceglie con cura tra le persone che si offrono per adottarli: c’è un iter di pre-affido e post-affido con il quale valutate la soluzione ideale per il gatto, per dargli una nuova vita dignitosa e felice.

Considerata tutta questa cura e dedizione, ti chiedo: che cos’è per te un animale?

L’animale è una creatura vivente che merita rispetto e amore, anche dagli altri esseri viventi che si credono superiori. Il fatto che tu ami un animale non significa che non ami le persone, come tanti credono e comunque, se non li si ama, almeno il rispetto è d’obbligo per tutti gli esseri viventi. Chi non ama gli animali fa semplicemente l’atto di non prenderne e certamente non è giustificato nel maltrattarli.

A proposito di maltrattamenti, purtroppo il benessere animale in Italia non è sufficientemente tutelato. Ritieni ci sia un vuoto dal punto di vista legislativo?

Le leggi ci sono, è che non vengono applicate. A meno che non avvenga un caso eclatante, come quello del cane Angelo, impiccato e deriso dai sui carnefici, che si sono vantati con un video online della loro bravata. Le leggi non sono sufficientemente severe, vanno inasprite. Ancora prima però bisogna denunciare: la gente ha paura di farlo, ma è sbagliato, perché se si ha il vicino di casa che annega i gattini o impicca il cane o diffonde bocconi avvelenati o lancia il gatto nel cassonetto, il vicino va denunciato. Tutto qui.

In tutti questi anni devi aver sentito le storie più impensabili e più strazianti. Qualcuno diceva che il valore di un essere umano si misura nel modo in cui tratta chi è più debole.

Cosa ti senti di aver imparato degli esseri umani?

Ho imparato senz’altro del cattivo, ma anche del buono. Ci sono persone assolutamente indifferenti e anzi, portate non si sa come alla cattiveria (anche inaudita) verso gli animali, ma ci sono anche persone che hanno un cuore grande. Io sono dell’avviso che chi maltratta un animale è assolutamente capace di maltrattare una persona, un bambino, un anziano. Per questo la sua cattiveria nei confronti degli animali non è da sottovalutare né da nascondere.

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Il “BanchettoVagabondo” in largo Totila a Treviso

Credi che il nostro territorio sia sufficientemente ricettivo rispetto a questi temi?

Qui nel trevigiano siamo abbastanza sensibili, ma ovviamente più ci si allontana dalla città e si va nei paesini e più la situazione peggiora. Troviamo ancora cani a catena, persone che non sterilizzano le gatte o le cagnoline e poi abbandonano o uccidono i loro cuccioli. Questo è un problema di cultura.

Cosa si può e si deve fare allora a livello culturale? Che cosa fate voi?

Si deve sensibilizzare. Noi ci occupiamo anche dei gatti randagi che vivono nel territorio, li sterilizziamo e cerchiamo di migliorare le loro condizioni, a volte combattendo anche contro persone che ti buttano via le ciotole di acqua e cibo che metti a disposizione, che buttano via le casette e le cucce posizionate (ovviamente) con il permesso del Comune nelle zone in cui vivono i randagi. Bisogna sensibilizzare, bisogna sterilizzare. Chi dice che sterilizzare è contro natura si rivela poi essere proprio la persona che quando nascono i gattini li abbandona nei fossi, ai bordi delle strade, davanti alle chiese, nei cimiteri… questo allora non è contro natura? Eppure ogni estate è la solita storia.
Noi nel nostro piccolo sterilizziamo anche gatti di privati con convenzioni che abbiamo con veterinari disponibili a fare un prezzo agevolato purché si sterilizzi. Bisognerebbe però che fossero i Comuni e le ASL a fare delle campagne di sensibilizzazione. Ci sono Paesi all’estero in cui è obbligatorio sterilizzare il cane e il gatto, in cui oltretutto le pene per i maltrattamenti sono decisamente maggiori e più incisive delle nostre, si va anche in galera. Qui purtroppo la giustizia a volte non funziona tanto bene, né per gli animali né per gli umani.

Parliamo dell’umanità “quella bella”: chi vi sostiene, il gruppo di volontarie…

Ci sono persone che adottano, che adottano a distanza, che donano cibo, medicine e oggetti utili, che donano denaro, ma anche energia e sostegno. Le volontarie sono ragazze dal cuore grande perché si occupano di questi mici abbandonati donando tempo e amore. Ogni mattina (feriali, festivi, feste comandate e laiche) abbiamo un turno per pulire il rifugio, poi c’è chi si presta a fare i mercatini in piazza, le raccolte alimentari nei negozi di animali… Devo dire anche questo: che non ci occupiamo solo di gatti, come qualcuno crede, ma ci occupiamo anche di qualche persona che è in difficoltà… e qui mi fermo.

Una delle stanze del rifugio GattiVagabondi

Certo, proprio perché chi dimostra compassione per gli animali è tutt’altro che indifferente alla sofferenza umana e su questo sono completamente d’accordo con te.

Per concludere, hai un sogno che speri di vedere avverato?

Il mio sogno è che non esistano più randagi, che siano sempre meno quelli che accogliamo, che tra un mese, quando ci aspettiamo la piena dei piccoli abbandonati, ce ne siano sempre meno. Il mio sogno è che la gente impari il rispetto, che la gente non butti via nei cassonetti, nei campi, lungo il Piave, ovunque, sacchetti pieni di gattini appena nati. Ecco il mio sogno è questo, che chiudano i canili e non ci siano più rifugi. Un’utopia, sicuramente.

GattiVagabondi Onlus: in difesa degli ultimi (gli animali) ultima modifica: 2019-04-18T16:10:01+02:00 da Giorgia Favero

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