Dove la radice “arte” della parola artigianato calza a pennello. Non un panegirico benevolente, questo per Bitlis, ma un esempio di piccola imprenditoria del nordest che ci dice che non esiste solo il Veneto dei capannoni tristemente abbandonati e delle delocalizzazioni, ma anche (e soprattutto) tanti “piccoli” che insieme mantengono ancora grande l’immagine di un’area vivace, nonostante tutto. Ubicato nella zona artigianale di Loreggia, in provincia di Padova, e strategicamente vicina anche alle province di Treviso, Vicenza e Venezia, Bitlis è un marchio noto agli appassionati di moto (ma non solo). É possibile incontrare Rita Chiaro ed Alberto Pasquetto, insieme nella vita, oltre che nel lavoro, alle più importanti fiere del settore, come per esempio il Motor Bike Expo di Verona.
Rita, intanto che significa il nome della vostra attività?
Bitlis è una città turca dell’est, ci siamo passati durante uno dei nostri viaggi in moto.
Come è cominciata l’avventura di Bitlis?
Alberto ha incominciato ad occuparsi di cuoio abbinato alle due ruote nel 1997, quindi si va verso il quarto di secolo… Ha iniziato proprio lavorando la pelle, seguendo la passione per la moto, realizzando dapprima delle cose per se stesso e per gli amici e poi da lì ha deciso di farne una professione ed un po’ alla volta è stato quello che poi è successo. Abbigliamento, borse per le motociclette, accessori grandi e piccoli, come portafogli, ed altro. Il tutto ideato e realizzato rigorosamente in maniera artigianale nel laboratorio. Il primo laboratorio fu a Piombino Dese e poi ci siamo trasferito in questo spazio più grande di Loreggia.
Cosa chiedono in particolare i bikers?
Diciamo che l’abbigliamento è quello per cui andiamo forti, per esempio i gilet. Ora vanno molto le toppe; poi ci sono i giubbini, per essere riparati dal freddo. Ci teniamo molto ad usare dei pellami italiani, in modo da contribuire al “Made in Italy cento per cento”. Invece per le borse sono richieste soprattutto quelle robuste, perchè devono essere usate per viaggiare e quindi devono essere belle, perchè anche l’immagine è importante, ma il prodotto deve anche durare.
Siete in molti in questo settore, quindi è importante anche essere riconoscibili?
Abbiamo comunque un nostro stile che ci caratterizza, ma siamo molto versatili e la gente ci chiede molte cose personalizzate, su misura e noi cerchiamo di accontentare tutti.
Ci sono anche clienti che fanno richieste bizzarre?
Certo, ci chiedono anche cose strane. L’ultima cosa fatta che mi viene in mente è un gilet molto strano, frangiato, una cosa un po’ hippy, che riprende gli anni Settanta ed il cliente è stato superfelice della nostra interpretazione, perchè era un pezzo unico, solo per lui.
A proposito di pezzi unici, l’artigianato ha costi proibitivi o non necessariamente?
Per esempio rimanendo in tema di gilet mediamente siamo sui 200 – 250 euro, mentre per una giacca da biker si è intorno ai 500 euro. Cerchiamo di andare incontro ed accontentare i clienti, ma dipende molto dal tipo di richieste, perchè ovviamente se uno ci chiede il capo con una pelle particolare, magari con inserti, le cifre salgono a seconda delle richieste.
Infine, che tempi medi richiedono le vostre lavorazioni?
Specialmente nella buona stagione, quando i motociclisti riprendono a viaggiare, la disponibilità immediata è limitata alle cose in pronta consegna. Per il resto occorre lavorarci e ci vuole tempo per fare le cose bene. Il consiglio è di venire d’inverno o di avere un po’ di pazienza.
Muchas gracias por tu aporte.